100 mila in piazza contro la manovra

ROMA – – Non piegheremo la schiena nella convinzione di dire cose giuste – ha gridato il leader del sindacato, Guglielmo Epifani, nel comizio conclusivo a piazza del Popolo – così come ‘’non verrà mai meno a quel senso di responsabilità nazionale che ha sempre avuto nella sua storia che la portano a condurre le sue battaglie nell’interesse generale del Paese e della fasce più deboli.


Il capo della Cgil è tornato a stroncare la manovra su tutta la linea, giudicandola ‘’iniqua, ingiusta e non solidale’’, dicendo che ‘’non crea sviluppo’’, che anzi ‘’deprime la crescita, come sostiene Bankitalia’’ e non riforma nulla. Una manovra, ha affermato, andava sì fatta, ma non certo così.
– Non ci chiamiamo Alice e non viviamo nel Paese delle Meraviglie – ha aggiunto -: più o meno abbiamo gli stessi problemi degli altri paesi e per il debito qualche problema più grave degli altri. Noi siamo pronti a fare sacrifici, ma non da soli.


Sulla crisi, invece, ha accusato il governo, e innanzitutto il premier, Silvio Berlusconi, e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di aver detto ‘’parole false’’.
– Andavano dicendo che l’Italia stava meglio di altri e non doveva preoccuparsi. Ma se andava tutto così bene – ha chiesto polemico – perchè si è dovuta fare questa ora questa manovra?
Una manovra non certo europea, secondo Epifani, perchè i governi Zapatero, Cameron, Merkel, Sarkozy stanno agendo diversamente.


Infine, il rapporto con Pd rappresentato in piazza oggi da alcuni esponenti. Epifani valuta una ‘’prova importante’’ che il partito di Pierluigi Bersani abbia promosso la manifestazione di sabato prossimo contro la manovra.
– Ha detto che aderiva alla nostra iniziativa, ma il mio problema non è chi aderisce e chi no, è invece chi condivide il cuore della nostra protesta e dei nostri ragionamenti.