Usa: “In Afghanistan c’è un tesoro” Miliardi di dollari in minerali e oro

WASHINGTON – Lo scrive il New York Times, secondo cui i giacimenti valgono mille miliardi di dollari. Secondo i funzionari Usa, i giacimenti, che comprendono anche oro, cobalto e niobio, sono sufficienti per rendere il Paese martoriato dalla guerra uno dei principali esportatori mondiali di minerali. Solo le riserve di litio – un componente essenziale per batterie ricaricabili, per telefoni cellulari e computer portatili – sarebbero paragonabili a quelle della Bolivia.


Le scoperte nel sottosuolo afghano potrebbero determinare profondi cambiamenti negli equilibri geopolitici e influire direttamente sull’andamento del conflitto in Afghanistan. L’interesse suscitato dalle ricchezze richiamerà molte compagnie e potrebbe indurre Stati Uniti e alleati europei a rivedere i piani per l’inizio del ritiro delle truppe a partire dal 2011. L’attribuzione dei diritti di sfruttamento a compagnie diversificate e provenienti da tutto il mondo (come è accaduto col petrolio iracheno) garantirebbe l’interesse di tutte le maggiori potenze globali e regionali nella stabilizzazione afghana. Del resto la scoperta delle ricchezze minerarie garantisce al presidente afghano Hamid Karzai una carta in più da giocare sui tavoli internazionali.


L’Afghanistan potrebbe diventare quindi “l’Arabia Saudita” del litio, secondo una nota interna del Pentagono. “C’è un potenziale straordinario”, ha confermato al quotidiano il generale David Petraeus, comandante di Us CentCom, il comando centrale che ha responsabilità strategica su Medio Oriente e Afghanistan.
La scoperta è stata fatta da una piccola equipe di geologi e responsabili del Pentagono, sulla base di mappe e dati raccolti dagli esperti sovietici durante l’occupazione dell’Urss nel Paese, negli anni ‘80. Dopo il ritiro dell’Urss, i geologi afghani avevano nascosto in casa i documenti.


La presenza di enormi ricchezze potrebbe però determinare anche un aumento dell’instabilità o addirittura peggiorare lo stato di feudalizzazione dell’Afghanistan come è accaduto negli ultimi anni in Congo, con la guerra civile nella regione dei Grandi Laghi e le multinazionali occidentali che acquistano coltan di contrabbando dai ribelli. Uno scenario africano che impedirebbe il controllo delle risorse e una ricaduta positiva sull’intera economia nazionale favorendo il contrabbando, il consolidamento di milizie locali e la corruzione già endemica nel Paese asiatico. Il presidente, Hamid Karzai, è stato recentemente informato della scoperta.