Missione: tingere d’azzurro il cielo sudafricano

L’Italia, pur essendo campione del Mondo in carica, ha dovuto disputare le qualificazioni per il mondiale in virtù del cambio di regolamento approvato dalla Fifa dopo Corea-Giappone 2002.


La formazione di Lippi è approdata a Sudafrica 2010 vincendo il girone 8 europeo con 24 punti, frutto di 7 successi (3-2 in casa e 2-1 in trasferta su Cipro, doppio 2-0 sulla Georgia, 2-1 in casa e 2-0 esterno sul Montenegro, 2-0 in casa sulla Bulgaria) e 3 pareggi (0-0 in Bulgaria, 1-1 in casa e 2-2 fuori casa contro l’Irlanda), senza alcuna sconfitta. Gli azzurri hanno preceduto Eire (18), Bulgaria (14), Cipro e Montenegro (9), Georgia (3). 18 i gol segnati, 7 quelli incassati.

L’Italia si è qualificata con 90’ di anticipo per i Mondiali 2010 pareggiando 2-2 in Irlanda il 10 ottobre scorso. Il dato è di buon auspicio: nei 2 precedenti in cui si era qualificata ai Mondiali con una partita di anticipo, 1982 e 2006, la formazione azzurra ha poi vinto il titolo iridato. I pluripresenti azzurri nelle premondiali sono stati, con 9 gettoni ciascuno, Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e Gianluca Zambrotta. Bomber principe – con 4 reti – Alberto Gilardino. Tra le 31 qualificate a Sudafrica 2010, l’Italia è una delle 7 che vi approda senza aver perso alcuna delle gare di qualificazione: con gli azzurri anche Corea del Sud, Costa d’Avorio, Germania, Nigeria, Olanda e Spagna.


L’Italia è stata inserita nel girone F con Nuova Zelanda, Paraguay e Slovacchia. Gli Azzurri debutteranno il 14 giugno – ore 14.00 a Città del Capo – contro il Paraguay. Bis il 20 giugno alle ore 9.30 contro la Nuova Zelanda a Nelspruit. Chiusura del girone il 24 giugno, ore 9.30, avversaria la Slovacchia, a Johannesburg.
Gli italiani cercheranno di tingere nuovamente il cielo d’azzurro così come lo fecero quattro anni fa in Germania. Per tentare quest’impresa, nella rosa ci sono diversi campioni del mondo che cercheranno di servire d’ispirazione ai nuovi giocatori.
Speriamo che durante questo mese ci facciano rivivere delle notti magiche sotto il cielo sudafricano.

CURIOSITÁ


Quattro titoli in 16 partecipazione

La Federazione italiana di calcio è stata fondata nel 1898, è stata affiliata alla Fifa nel 1905 e alla Uefa nel 1954. Nella propria storia la nazionale maggiore italiana vanta otto titoli complessivi: 4 le vittorie nei campionati Mondiali – ad Italia ‘34 con vittoria in finale contro la Cecoslovacchia per 2-1 dopo i tempi supplementari (1-1 al 90’); a Francia ‘38 con successo in finale contro l’Ungheria per 4-2; a Spagna ‘82 con affermazione nel match decisivo contro la Germania Ovest per 3-1; infine a Germania 2006 con vittoria in finale contro la Francia ai rigori (serie dal dischetto che ha visto gli azzurri imporsi per 5-3, dopo l’1-1 al 90’ ed al 120’) -; un successo nel campionato Europeo per nazioni (nell’edizione casalinga del 1968, con vittoria nella ripetizione della finale contro la Jugoslavia per 2-0, mentre la prima gara era terminata 1-1 dopo i supplementari, stesso risultato del 90’). Questi i titoli principali, ma sono anche da ricordare: una vittoria nei Giochi Olimpici (nel 1936, a Berlino, superando in finale l’Austria per 2-1 ai tempi supplementari, 1-1 al 90’ – all’epoca partecipavano ai Giochi le nazionali maggiori -) e due affermazioni, anteguerra, nella coppa Internazionale, che si può considerare un’antesignana degli Europei per nazioni: i successi, alla fine di altrettanti gironi all’italiana, arrivarono nel 1930 e nel 1935.


Diciassettesima fase finale dei Mondiali per la nazionale italiana che in 4 occasioni ha vinto il torneo. Per due volte l’Italia si è dovuta arrendere in finale, sempre contro il Brasile: nel 1970 battuta per 1-4 in Messico, nel 1994 superata 2-3 dopo calci di rigore negli Stati Uniti (regolamentari e supplementari si erano chiusi sullo 0-0).


Nelle altre edizioni dei Mondiali, l’Italia non ha superato i gironi di prima fase nel 1950, 1954, 1962, 1966 e 1974, ha chiuso al quarto posto nel 1978 (battuta 1-2 dal Brasile nella finale di consolazione), è uscita negli ottavi di finale nel 1986 e nel 2002, ha chiuso al terzo posto nel 1990, in Italia, battendo nella finale di consolazione l’Inghilterra per 2-1, è uscita ai quarti di finale dopo i calci di rigore contro la Francia nel Mondiale del 1998 (3-4 dal dischetto, 0-0 dopo regolamentari e supplementari).
Le uniche due edizioni in cui gli azzurri non sono approdati alla fase finale del torneo sono state quelle del 1930 e del 1958.


Il bilancio dell’Italia vede 77 gare disputate con 44 vittorie, 19 pareggi e 14 sconfitte, con 122 reti realizzate e 69 subite. L’Italia detiene ai Mondiali tutta una serie di primati: ha avuto il maggior numero di autogol a favore (4, come la Germania), è la nazionale andata più volte ai supplementari (11), è quella che – entro i 120’ delle varie gare – ha sbagliato più rigori (3), è quella che ha totalizzato più pareggi (19, come la Germania).

IL CT


Dal Pontedera alla Coppa del Mondo 2006

Marcello Lippi, nato a Viareggio l’11 aprile del ‘48, è già stato commissario tecnico della nazionale italiana dal luglio 2004, quando ha preso il posto di Trapattoni dopo l’infelice esperienza agli Europei di Portogallo, fino al termine dei Mondiali di Germania 2006, vinti ai calci di rigore nella finale di Berlino contro la Francia.
Dopo un passato da giocatore di discreto livello (ha vestito le maglie di Savona, Samp e Pistoiese), Lippi ha iniziato la propria carriera tecnica nel settore giovanile della Samp, nella stagione ’84-‘85. La prima panchina professionistica è a Pontedera, serie C-2, nell’ ’85-‘86. Seguono stagioni a Siena (’86-‘87), alla Pistoiese (’87.’88), alla Carrarese (’88-‘89).


Nel 1989 l’esordio in serie A, sulla panchina del Cesena, che guida alla salvezza nell’ ’89-‘90. Nel ’91-‘92 è alla Lucchese, in serie B. Nel ’92-‘93 è all’Atalanta (serie A), poi al Napoli.
Nell’estate 1994 inizia il primo ciclo juventino che termina nel febbraio 1999, dopo la sconfitta casalinga per 2-4 ad opera del Parma.


Nel palmares di Lippi – come allenatore – troviamo 5 campionati (Juve 1994-95, 1996-97, 1997-98, 2001-02, 2002-03), 4 supercoppe di Lega (Juve ‘95, ‘97, 2002 e 2003), una coppa Italia (Juve 1994-95), una Champions League (Juve 1995/96), una supercoppa europea (Juve ‘96), una coppa Intercontinentale (Juve ‘96), oltre, ovviamente, alla vittoria nei Mondiali 2006 con la nazionale italiana.


Secondo Mondiale per Marcello Lippi, sempre da Ct, dopo quello vinto quattro anni fa in Germania. Nelle 7 gare del torneo l’Italia mise insieme 5 vittorie e 2 pareggi, tra cui quello in finale contro la Francia, poi tramutato in vittoria della coppa ai calci di rigore.

LA STELLA


Buffon, la solitudine dei numero 1

Gigi Buffon è di una generazione al passo d’addio. Se la stella azzurra ai prossimi Mondiali sudafricani è un numero 1 – inteso come maglia sulle spalle – non è solo perché è unanimemente riconosciuto come un fuoriclasse. Il 32enne ragazzo di Massa Carrara, sorriso da eterno bambino e modi un po’ meno guasconi degli esordi da giovanissimo, il suo Mondiale super l’ha già giocato. Per molti fu una contraddizione che il Pallone d’oro 2006, nell’anno dell’incredibile vittoria azzurra ai Mondiali, non lo vincesse proprio lui, piuttosto che Cannavaro. Buffon, che fino a quell’anno e all’esplosione di Calciopoli, aveva collezionato vittorie e trofei in fila, ha da allora pagato la scelta coraggiosa di rimanere alla Juve anche passando per il calvario della serie B. E non ha più arricchito il suo ricco palmares, fatto oltre che del titolo mondiale 2006 di quattro scudetti (di cui due revocati), tre Supercoppe italiane, una coppa Uefa, una Coppa Italia, un Europeo Under 21. Oltre al titolo del 2008 come miglior portiere del pianeta degli ultimi 20 anni, attribuito dall’istituto degli statistici del calcio riconosciuto dalla Fifa.


Eppure, il ‘gatto’ dei pali è dotato di un’incredibile reattività nervosa e muscolare a difesa della sua porta, ha vissuto una delle sue stagioni più difficili, sul piano fisico e con la Juve. “Quante figuracce”, ammette lui stesso, imputando all’annus horribilis juventino i giudizi negativi sulle sue prestazioni.
Buffon è arrivato al ritiro per il Mondiale non allenatissimo. E chissà se, come dice Lippi dei tanti infortunati del suo gruppo, sarà davvero un vantaggio. Quel che non si allena ha la carica di leader. Buffon sarà l’uomo simbolo dei giovani di belle speranze ma senza certezze. Deve fare affidamento, come campione e uomo simbolo, solo su se stesso: su un giocatore che i gol li evita per mestiere ma, certo, non ha poteri magici per farli segnare.
I tifosi italiani sperano che i guantoni di Buffon facciano il loro dovere durante il torneo, trasformando il ragazzo di Massa Carrara nel protagonista di questa poesia.
Quando un portiere respinge di pugno fa solo il proprio dovere. Se l’attaccante spara il pallone addosso al portiere la bravura di quest’ultimo sta nel farlo sparare. Perché non è da tutti andare incontro al lampo di un bolide scagliato sui duecento orari e farsi trovare.
Quando un portiere rimedia d’istinto lo sbaglio di un difensore, dei suoi compagni rifiuta gli abbracci e aspetta il corner sul palo. Un colpo di reni (come nella finale contro la Francia, respinge la zuccata di Zidane) e la palla è lontana spinta da mille pensieri.
Quando un portiere para un rigore tu non puoi fare a meno di metter da parte i sospetti e di volergli bene. Ci vuole coraggio, nel gioco del calcio non basta il mestiere, gettarsi sui piedi degli avversari e non farli passare.

I CONVOCATI


Nove campioni del mondo tra i convocati

Portieri: 1 Gianluigi Buffon, 14 Morgan De Sanctis, 12 Federico Marchetti.


Difensori: 2 Christian Maggio; 19 Gianluca Zambrotta; 3 Domenico Criscito; 5 Fabio Cannavaro; 23 Leonardo Bonucci; 4 Giorgio Chiellini; 13 Salvatore Bocchetti.


Centrocampisti: 16 Mauro German Camoranesi; 7 Simone Pepe; 15 Claudio Marchisio; 8 Gennaro Gattuso; 17 Angelo Palombo; 21 Andrea Pirlo; 6 Daniele De Rossi; 22 Riccardo Montolivo.


Attaccanti: 11 Alberto Gilardino; 9 Vincenzo Iaquinta; 10 Antonio Di Natale; 20 Giampaolo Pazzini; 18 Fabio Quagliarella. Ct: Marcello Lippi