Tanto business, 10 miliardi in ballo

SAN PAOLO – Ma ad estradarlo, a meno di clamorosi colpi di scena – in un senso o nell’altro – potrebbe non essere Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente brasiliano che oggi accoglierà Silvio Berlusconi a San Paolo per una visita che ha il sapore di una vera e propria missione di sistema per le imprese italiane, con 60 imprenditori al seguito ed affari in ballo per oltre 10 miliardi di euro.


Il ‘caso Battisti’ ha sfiorato nei mesi scorsi lo scontro diplomatico fra Roma e Brasilia: da una parte il governo italiano che ne chiedeva l’estradizione dal carcere di Bapuda (dove attualmente si trova l’ex terrorista dei proletari armati per il Comunismo); dall’altra il governo Lula, con le mani legate dalla decisione dell’ex ministro della Giustizia, Tarso Genro, di concedere a Battisti un controverso asilo politico. Ora che la Corte Suprema ha ribaltato la decisione di Genro, dando in sostanza il via libera all’estradizione dell’ex militante dei Pac verso l’Italia, l’ultima parola spetterebbe a Lula. Che però, in scadenza di mandato (il 3 ottobre si vota), potrebbe anche non pronunciarsi. A decidere – sembra essere questo ormai l’accordo – dovrebbe essere dunque il successore. Anzi, ‘la’ successore. Perchè i sondaggi danno come sicura vincente Dilma Rousseff, sempre del Partido Dos Trabalhadores (Pt) di Lula, contro il rivale socialdemocratico Josè Serra.


Un passato da ‘guerrigliera’, la Rousseff, fino a qualche giorno fa del caso Battisti non aveva fatto parola. Giovedì scorso invece, a sorpresa, in un’intervista radiofonica ha fatto sapere che se Lula non dovesse pronunciarsi sull’estradizione entro la fine del suo mandato ‘’si dovrà applicare la decisione del Supremo Tribunal’’. Che tradotto significa: Battisti sarà estradato.


In questo modo Lula non perderebbe la faccia ‘sconfessando’ una decisione del suo, pur ex, ministro della Giustizia, e Dilma Rousseff conserverebbe le simpatie dei tantissimi ‘italiani’ in Brasile, che soprattutto nel sud del Paese, dove è massiccia la loro presenza, hanno un influente peso elettorale.


Dopo mesi di silenzio imbarazzato sulla vicenda, ‘’Italia e Brasile hanno ricominciato a parlare di Battisti e c’è un buon flusso’’, confermano infatti fonti autorevoli a Brasilia. Querelle Battisti a parte, Berlusconi, nel suo incontro di domani con Lula, avrà modo di confrontarsi con il presidente di un Paese che ormai da tempo ha unito all’impetuoso sviluppo economico un ruolo di ‘gigante’ politico, come dimostra la posizione assunta da Brasilia sul dossier nucleare iraniano che ha provocato a Washington più di qualche grattacapo

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Il core business della missione restano comunque gli affari che si aprono per le imprese italiane, dalle infrastrutture all’industria navale, dalle telecomunicazioni al turismo fino naturalmente al petrolio. Tantissime le aziende coinvolte: solo per citarne alcune, è in corso di perfezionamento un’intesa fra il colosso brasiliano Petrobras e l’Eni (interessata alla scoperta di giacimenti a largo delle coste brasiliane), mentre Fincantieri e Finmeccanica sono in pista per alcune commesse di fregate, pattugliatori e sistemi satellitari ad alta tecnologia per il controllo delle coste e del territorio, stimate in oltre sei miliardi di euro. Fa gola anche il business infrastrutturale, con le Ferrovie dello Stato pronte a inserirsi nel progetto dell’alta velocità ferroviaria tra Rio e San Paolo. Si darà vita infine – e stavolta sarà la Piaggio a beneficiarne con consistenti incentivi fiscali da parte del governo brasiliano – ad un distretto industriale delle due ruote a Manaus, nell’Amazzonia sudoccidentale: il mercato di moto e accessori da queste parti è di 175 milioni di potenziali consumatori, il triplo dell’intera popolazione italiana. Ad accompagnare Berlusconi nella sua missione brasiliana ci sarà, non a caso, il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso.