Abete: “Non rinnego Lippi” Ma la Figc è sotto accusa

Giancarlo Abete non rinnega la scelta Lippi, ha la coscienza a posto, non dice che resterà al suo posto, né che lo lascerà. Il giorno dopo il fallimento degli azzurri ai Mondiali sudafricani il numero 1 del calcio italiano si presenta in conferenza stampa a “Casa Azzurri”. Il volto è teso, la delusione evidente, sa benissimo che adesso le critiche saranno feroci e che coinvolgeranno tutti e ovviamente anche il presidente di questa
nazionale.

“Io ho tutta la volontà di svolgere la mia attività nel modo più funzionale agli interessi del nostro calcio – ha dichiarato Abete – . Non sono legato alla logica della poltrona, non l’ho mai fatto e credo che lo dica la mia ventennale carriera da dirigente sportivo. Io con assoluta serenità devo rispondere in primis alla mia coscienza, poi alla base che mi ha eletto. Ho il dovere di condividere tutte le riflessioni all’interno del Consiglio Federale che faremo il 2 luglio”. Nessuna promessa agli italiani, non è il momento. La crisi la toccano con mano tutti, la nazionale è uscita con le ossa rotte da questo torneo e le responsabilità, oltre che del ct e dei giocatori, sono anche della Federazione, perché le sconfitte, come le vittorie, sono di tutti.

“Io non ho detto che non me ne vado, ho detto una cosa diversa – spiega Abete -. Non vedo un rapporto diretto tra la nomina e la scelta del commissario tecnico e una logica di dimissioni. Ho detto che farò tutto quello che è utile per il calcio italiano come penso di avere sempre fatto, magari anche sbagliando, ma sempre in buona fede. In questo momento il calcio italiano ha bisogno di ripartire, adesso bisognerà trovare una condivisione su quello che è avvenuto e sulla necessità di un rilancio con il Consiglio Federale e con la base che mi ha eletto. Ma il problema delle dimissioni, se è legato alla scelta di aver richiamato Lippi, non si pone. Una scelta, quella del ct, che non rinnego. E’ normale e giusto che ci sia responsabilizzazione da parte mia nel momento incui il ct non riesce a ottenere risultati, poi bisogna vedere quali sono i motivi che non
ci hanno permesso di ottenerli, ma credo che la scelta di un ct campione del mondo sia legittima da parte
del presidente di una Federazione”.