Casini: «Nessuna offerta ricevuta»

ROMA – – E’ stata una serata piacevole io vado a cena spesso con chi lavora come me nelle istituzioni. Dialogo con Bersani e D’Alema non vedo perché non dovrei dialogare con il presidente del Consiglio. Detto questo, non mi è stata formulata alcuna offerta né quella sarebbe stata la sede – chiarisce il leader Udc Pier Ferdinando Casini. Ma dalla Lega arriva una chiusura netta.


Anche Gianfranco Fini, a quanto si apprende da autorevoli fonti della maggioranza, era stato invitato alla cena, ma il presidente della Camera ha declinato. Per festeggiare i suoi 50 anni di attività professionale il conduttore di ‘Porta a Porta’ aveva riunito attorno a uno stesso tavolo il premier Silvio Berlusconi, il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e il presidente di Generali Cesare Geronzi. Secondo indiscrezioni di stampa sul tavolo ci sarebbe stata un’offerta per portare, in autunno, i centristi nell’esecutivo con l’obiettivo di farne uscire Fini.


– Il problema del rimpasto di governo – sottolinea il leader dell’Udc in un’intervista a SkyTg24 – non mi riguarda, non è una cosa cui io possa essere né direttamente né indirettamente interessato, e poi è una competenza del presidente del Consiglio, è un problema della maggioranza, non certo di chi come me fa l’opposizione. Qui non servono atti di trasformismo di qualcuno che saltabecca da una parte all’altra: qui serve una fase nuova di corresponsabilità nazionale.


Quindi Casini, parlando al Giornale Radio Rai, lancia un appello sia alla maggioranza (“la vostra sindrome di autosufficienza non serve”) sia alle altre forze politiche dell’opposizione (“non sediamo sull’Aventino”) per lavorare ad una “fase politica nuova”.


Anche Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, chiarisce:
– Non siamo disposti a puntellare questo governo, con questo programma e questa formula politica. Berlusconi non pensi di risolvere i suoi problemi con Fini servendosi di noi…


Il Pdl lascia aperta la porta nonostante lo stop della Lega. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa replica al titolare del Viminale Roberto Maroni che, come Bossi, ha escluso una coabitazione Lega-Udc:
– La Lega è già stata al governo con l’Udc in passato, quindi, non è vero che sono incompatibili.
Il coordinatore nazionale del Pdl si dice d’accordo con Maroni solo su un punto:
– Se il governo va in difficoltà ed è con l’acqua alla gola, è giusto andare al voto, lo ha detto anche il presidente Berlusconi. Ma se il governo è autosufficiente, come nel nostro caso, e vuole solo rafforzarsi e allargarsi in maniera trasparente, io dico: ‘mai dire mai’. Certo – dice La Russa – quando sono stati insieme ci sono stati dei problemi tra il Carroccio e l’Udc, ma per noi i problemi sono all’ordine del giorno…
Il leader del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la cena di giovedì scorso, parla di «una certa fibrillazione, di un certo sbandamento, di una certa perdita di controllo da parte di Berlusconi della barra della politica italiana».
– Il paese – ricorda – ha di fronte problemi enormi, molto seri, e in questo momento Berlusconi non ha un governo col timone in mano.