Srebrenica, a 15 anni dal massacro che tolse la vita a 8mila musulmani

ROMA – Sfidando la calura di luglio, la folla ha assistito alla sepoltura di 775 vittime recentemente identificate -774 musulmani e un croato – che ora riposano accanto ad altre 4.500 nel memoriale di Potocari.


La strage di Srebrenica avvenne fra 11-18 luglio 1995 nel corso della guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995). Fu un genocidio e crimine di guerra, consistito nel massacro di migliaia di musulmani bosniaci da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladi nella zona protetta di Srebrenica, che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite. Il 2 marzo 2007 il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, pur definendo il massacro un genocidio, assolse la Serbia dalle responsabilità e dispose l’arresto dell’ex leader politico serbo bosniaco Radovan Karadzic e del suo capo militare Ratko Mladic. Intendendo il genocidio secondo i principi di Norimberga, l’assoluzione ha sollevato la Serbia dall’obbligo di pagare un indennizzo di guerra alla Bosnia.


Durante i fatti di Srebrenica, i 600 caschi blu dell’ONU, le tre compagnie olandesi Dutchbat I, II e III, non intervennero: motivi e circostanze non sono ancora stati del tutto chiariti.
Il presidente americano Barack Obama ha inviato un suo messaggio personale, letto dall’ambasciatore Charles English, per chiedere la cattura di Ratko Mladic, il generale serbo bosniaco responsabile dell’eccidio.”Non possiamo lasciare che un crimine di tale proporzioni rimanga impunito”, ha sottolineato il leader della Casa Bianca.