Google, la Cina rinnova la licenza

Luce verde da parte di Pechino a Google: il governo ha rinnovato il permesso al motore di ricerca
americano per continuare ad operare all’interno del territorio cinese, evitando così un potenziale blocco a tempo indeterminato che avrebbe comportato un grave danno alla libertà per i cittadini cinesi nonché al business della compagnia statunitense.

Solo la scorsa settimana Google aveva annunciato di voler
smettere di reindirizzare i propri utenti cinesi sulla searchpage di Hong Kong, sulla quale Pechino non esercita
censure, spiegando che altrimenti la Cina non avrebbe concesso l’attesa licenza: a quel punto la possibilità di un rinnovo era sembrata di nuovo largamente in discussione.

“La Cina ha rinnovato la nostra licenza” ha annunciato invece alla Reuters un portavoce di Google. “Siamo molto soddisfatti del fatto che il governo abbia deciso di rinnovare la nostra licenza Icp (Internet Content Provider, ndr), adesso abbiamo la certezza
di poter continuare a fornire i nostri servizi ai nostri utenti cinesi”.

La notizia è stata salutata positivamente anche dagli analisti locali, secondo i quali il rinnovo costituisce un segnale positivo, sebbene nel Paese permangano molti dubbi circa la solidità del rapporto, negli ultimi mesi decisamente burrascoso,
tra Google e gli apparati burocratici cinesi. “E’ una buona notizia per i consumatori e per la nostra industria telematica quella che Google sia ancora disponibile all’interno del Paese – ha detto Ted Dean, presidente della Bda, una sorta di ‘authority per gli affari’ con base nella capitale – ma restano in piedi molte delle
domande sul motivo per cui Google abbia chiuso per primo la propria search page cinese”.

Già in gennaio Google aveva gelato mercati e utenti annunciando che avrebbe potuto lasciare la Cina perché in contrasto con le politiche di censura richieste dal governo per poter operare all’interno del Paese. In marzo, poi, la compagna aveva trovato l’escamotage di reindirizzare direttamente i visitatori sulla pagina di Hong Kong, salvo poi tornare parzialmente sui propri passi.

Nel frattempo in questi mesi Google ha continuato a perdere progressivamente terreno a favore di motori di ricerca locali, tra i quali Baidu. Solo pochi giorni fa il capo esecutivo di Google Eric Schmidt aveva espresso “grande ottimismo” sul fatto che la Cina avrebbe rinnovato la licenza, anche perché attualmente il business legato al più grande portale del mondo raggiunge
solo in Cina la cifra di 24 miliardi di dollari all’anno, con possibilità di grandi sviluppi in prospettiva per gli
anni futuri: attualmente la Cina è il più grandemercato al mondo con 400 milioni di utenti, ma soltanto il 25% dei cinesi dispone di una connessione internet.