Strage durante la finale mondiale Uganda nel sangue, 64 vittime

Gli attacchi non sono stati rivendicati ma i sospetti si concentrano sulla milizia fondamentalista somala Shebab, vicina ad Al Qaeda, che in passato aveva minacciato l’Uganda, che come il Burundi ha inviato forze di pace in Somalia per sostenere il governo di transizione filooccidentale.

In uno dei luoghi pubblici attaccati sono state trovate due teste mozzate che secondo fonti ufficiali apparterrebbero a somali. Per questo le indagini seguono la pista dell’attentato kamikaze.

Barack Obama ha condannato “i vili e deplorevoli attacchi”, che il presidente ugandese Yoweri Museveni ha definito “diabolici”. Sono gli attentati più gravi registrati nel Paese dell’Africa orientale e sono tra i più sanguinosi subiti dall’Africa subsahariana da quelli alle ambasciate americane nel 1998.

Una bomba è esplosa in un ristorante etiopico nel sobborgo di Kabalagala, un luogo molto frequentato: 15 le vittime. La seconda esplosione ha investito invece un club sportivo di rugby, uccidendo 49 persone. I clienti stavano seguendo la finalissima della Coppa del Mondo tra Olanda e Germania quando l’esplosione ha devastato il locale. Dieci delle vittime sono etiopi o eritree.

Il governo ugandese ha fatto sapere che non cederà ai terroristi e ha annunciato che non ritirerà le truppe dalla Somalia. “Questi sono dei codardi ma in Uganda non siamo codardi e in nostri militari non andranno via da Mogadiscio”, ha detto il viceministro degli Esteri Okello Oryem. L’Etiopia ha accusato senza mezzi termini la milizia Shabaab.