Iran, Amiri attacca Usa: rapito e torturato WP: pagato 5 milioni di dollari dalla Cia

TEHERAN – E’ arrivato a Teheran Shahram Amiri, lo scienziato nucleare iraniano scomparso in circostanze misteriose circa un anno fa in Arabia Saudita e rifugiatosi altrettanto misteriosamente due giorni fa nell’ambasciata pakistana di Washington.

Dalla capitale iraniana, Amiri ha rilanciato le accuse agli Stati Uniti denunciando di essere stato rapito dalla Cia mentre era in pellegrinaggio in Arabia Saudita. ‘’Sono stato rapito da agenti dei servizi d’intelligence Usa e sauditi di fronte al mio albergo a Medina – ha detto – e poi trasferito in un luogo segreto in Arabia Saudita. Mi hanno fatto un’iniezione e ho perso conoscenza. Poi mi hanno portato in territorio americano con un aereo militare’’.


Amiri ha denunciato di essere stato interrogato e torturato da agenti Usa e israeliani in cerca di informazioni sul programma nucleare della Repubblica Islamica. ‘’Nei primi due mesi negli Stati Uniti, sono stato sottoposto alle peggiori pressioni psicologiche e ho subito torture da parte degli inquirenti della Cia’’, ha detto Amiri, ribadendo di essere ‘’un semplice ricercatore’’ e di non essere in possesso di ‘’informazioni sensibili’’. ‘’Non ho nulla a che fare con i siti di Natanz o Fordo’’, ha detto riferendosi agli impianti iraniani utilizzati per l’arricchimento dell’uranio e parlando del suo ‘’sequestro’’ come di uno ‘’strumento usato dal governo Usa per pressioni politiche’’.


Amiri, che ha detto di essere stato minacciato dagli statunitensi di essere consegnato a Israele, è giunto ieri all’alba, dopo uno scalo in Qatar, all’aeroporto Imam Khomeini di Teheran, accolto dai familiari e dal viceministro degli Esteri Hassan Qashqavi, che lo ha ringraziato per la ‘’resistenza alle pressioni’’. Ai fotografi che lo aspettavano in aeroporto, lo scienziato con il figlio in braccio e la moglie vicino ha fatto il segno di vittoria.


Secondo il ‘Washington Post’, che cita funzionari americani, Amiri avrebbe ricevuto dalla Cia 5 milioni di dollari in cambio di informazioni di intelligence sul programma nucleare iraniano. L’uomo, hanno precisato le fonti, non è tenuto a restituire la somma percepita, ma avrà comunque difficoltà ad accedere a quel denaro: “Tutto ciò che ha avuto non è più alla sua portata, grazie alle sanzioni finanziarie contro l’Iran. Se ne è andato ma non è stato così per il suo denaro. Abbiamo le sue informazioni, e gli iraniani hanno lui”.
Quanto alla scelta di Amiri di rientrare in Iran, che ha stupito i suoi interlocutori negli States secondo i funzionari citati dal WP, che parlano di una collaborazione durata oltre un anno con lo scienziato, essa può essere legata, spiegano ancora le fonti, al timore di rappresaglie da parte del governo di Teheran contro la sua famiglia.


Dal canto suo, Amiri ha affermato che sin dal primo giorno del ‘’sequestro’’ funzionari Usa hanno tentato di convincerlo ad accettare somme di denaro. ‘’Mi hanno detto che mi avrebbero dato 50 milioni di dollari e che avrebbero organizzato una nuova vita in un Paese europeo con la mia famiglia se avessi deciso di non tornare più in Iran’’, ha affermato Amiri, stando a quanto riferisce l’emittente televisiva iraniana ‘Press Tv’.
Amiri ha anche smentito le notizie secondo cui avrebbe deciso di rientrare a Teheran per le pressioni subite dalla sua famiglia da parte delle autorità iraniane. ‘’Non è vero – ha affermato – Dopo il mio rapimento, i funzionari iraniani hanno sostenuto la mia famiglia’’.