Grecia, freddato un noto giornalista

Il giornalista Socrate Giolias, direttore della stazioneradio ‘Thema 9.89’, è stato assassinato ad Atene ieri
mattina davanti alla porta di casa da alcuni sconosciuti, e la polizia ritiene che si tratti di un delitto collegato al crimine organizzato. “Tutti i dati finora in nostro possesso sembrano escludere l’ipotesi terroristica” ha detto una fonte della polizia, la quale ha smentito quanto riferito da alcuni media, secondo cui l’antiterrorismo sarebbe coinvolto nelle indagini.

Secondole prime testimonianze, inclusa apparentemente quella della moglie, una persona ha suonato al citofono dell’abitazione della vittima, alla periferia della capitale, poco dopo le 5 ora locale (le 4 italiane), con la scusa che c’era stato un tentativo di furto della sua auto e invitandolo a scendere. In strada lo attendevano più persone, che lo hanno crivellato di colpi di arma automatica calibro nove, tipo Uzi.

La polizia ha trovato sul posto 21 bossoli. Giolias, 37 anni, colpito da 13 proiettili, è morto sul colpo. Secondo testimoni oculari, gli assassini indossavano uniformi di un servizio di sicurezza privato, oppure della polizia comunale, ed erano almeno tre. Dopo il delitto i killer sono ripartiti a bordo di una Honda Civic, poi trovata bruciata a poca distanza, e che è risultata rubata. Al momento dei fatti nella casa del giornalista si trovavano sia la moglie che il figlioletto di due anni.

La donna, secondo alcuni media, sarebbe in attesa di un secondo figlio. La polizia sembra escludere la pista terroristica, malgrado alcune organizzazioni armate anarco-insurrezionaliste abbiano in passato minacciato di morte i giornalisti come complici del “potere capitalista”.

L’avvocato di Giolias, Yannis Marakakis, citato dai media, ha invitato gli inquirenti a controllare i file della vittima, sottolineando che questi aveva ricevuto moltissime minacce e ultimamente si stava occupando di corruzione e collusioni tra crimine organizzato, imprenditori e
persino agenti di polizia. Il portavoce del governo Giorgio Petalotis ha detto che “è una questione d’onore” per
lo stato greco far luce su questo crimine e arrestare i responsabili.