Allarme nel Golfo del Messico individuata una nuova perdita

Il timore è che sia collegata al coperchio di 70 tonnellate collocato giovedì scorso sul pozzo danneggiato della Bp e che ha fatto sperare di aver fermato la fuoriuscita di greggio. Se si trattasse di metano, infatti, vorrebbe dire che da qualche parte c’èancora una perdita di petrolio.

Le autorità Usa, molto preoccupate, hanno denunciato le “anomalie” a poca distanza dal pozzo di Macondo e hanno chiesto al colosso petrolifero di accertare la situazione, tenendosi pronta a una possibile rimozione del tappo.

La Bp, che poche ore prima si era detta fiduciosa sulla tenuta del nuovo dispositivo, si è affrettata a precisare che la perdita non appare collegata al pozzo danneggiato e ha ottenuto il via libera per nuovi test. Era stato l’ammiraglio Thad Allen, responsabile americano per l’emergenza, ad avvertire che la pressione nel pozzo è inferiore al previsto, invitando ad accertarne le cause.

I motivi potrebbero essere due: o è diminuita la quantità di petrolio nel pozzo o ci sono potenziali fughe dovute a danni nella struttura; e il timore dell’amministrazione Usa è che il tappo possa far defluire il greggio da altri punti se la struttura del pozzo fosse troppo fragile. Intanto la Bp ha aggiornato le spese affrontate per l’emergenza, che hanno superato i tre miliardi di euro (3,05), pari a quasi quattro miliardi di dollari.

Le prospettive del colosso petrolifero si fanno quindi sempre più fosche. L’emergenza marea nera e i suoi costi saranno al centro del primo incontro alla Casa Bianca tra Barack Obama e il nuovo premier britannico, Davide Cameron. Un faccia-afaccia che testerà le “speciali relazioni” tra Londra e Washington, messe a dura prova negli ultimi mesi.