Allarme Mezzogiorno povertà in aumento

È quanto rivela il rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2010. Secondo la Svimez, nel 2008 nel 30% delle famiglie al Sud sono mancati i soldi per i vestiti e nel 16,7% dei casi si sono pagate in ritardo le bollette. Otto famiglie su 100 hanno rinunciato ad alimentari necessari, il 21% non ha avuto soldi per il riscaldamento (27,5% in Sicilia) e il 20% per andare dal medico (in Sicilia e Campania circa il 25%). Inoltre, quasi un meridionale su tre è a rischio povertà a causa di un reddito troppo basso, contro 1 su 10 al Centro- Nord. In valori assoluti, al Sud, si tratta di 6 milioni 838mila persone, fra cui 889mila lavoratori dipendenti e 760mila pensionati.

I dati – gli ultimi disponibili, relativi alla situazione 2007 – emergono dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno secondo cui ben il 44% delle famiglie meridionali, quasi una famiglia su due, non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro (26% al Centro-Nord). Secondo il rapporto, il 14% delle famiglie meridionali vive con meno di 1.000 euro al mese, un dato quasi tre volte superiore all’altra ripartizione (5,5%). Ed è da considerare che nel 47% delle famiglie meridionali vi è un unico stipendio, fetta che passa addirittura al 54% nel caso della Sicilia. Hanno inoltre a carico tre o più familiari il 12% delle famiglie meridionali, un dato quattro volte superiore al Centro- Nord (3,7%), che arriva al 16,5% in Campania.

Ma il rischio povertà, secondo la Svimez, resta anche con due stipendi. Nel 2008, inoltre, è arrivata con difficoltà a fine mese oltre una famiglia su 4 (25,9%), contro il 13,2% del Centro- Nord. Serve una “profonda modifica” delle politiche di sviluppo per il sud perché il Mezzogiorno può contribuire alla ripresa dell’economia italiana, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un telegramma inviato in occasione della presentazione del rapporto Svimez 2010 sull’economia del Mezzogiorno.

“I risultati complessivamente insufficienti delle politiche seguite in passato e la presenza di significative inefficienze – afferma Napolitano – rendono necessario un ripensamento epossono anche spingere ad una profonda modifica delle modalità e dello stesso impianto strategico degli interventi di sviluppo. Ma è in fatto che il Mezzogiorno può contribuire, attraverso la piena messa a frutto delle risorse, alla ripresa di un più sostenuto e stabile processo di crescita dell’economia e della società italiana fondato anche su una strategia di leale e convinta collaborazione tra le Regioni e lo Stato”.