Fazio risponde a Bucchino: «Non ci sono soldi»

ROMA – Il deputato eletto in Nord America, nel dicembre scorso, aveva chiesto ai Ministri degli esteri e della salute di sapere se il Governo intendesse intervenire sia nella stipula di nuovi accordi internazionali, sia per estendere a 180 giorni il tempo di assistenza per i connazionali rientrati in Italia (termine che oggi è di 90 giorni). Entrambe le richieste sarebbero al momento troppo esose: il Ministero non ha soldi per attuarle.
– Dalla risposta del Ministro – commenta Bucchino – emergono chiare le difficoltà di questo Governo nel far fronte e anche nel prospettare interventi sanitari più rilevanti e concretamente utili per i nostri connazionali all’estero, un po’ per l’oggettiva mancanza di fondi ma soprattutto per una scelta politica di esorcizzare la questione dell’emigrazione e quindi ignorare i problemi delle nostre collettività.

Sulle convenzioni bilaterali per la copertura sanitaria stipulate dall’Italia e sulla efficacia parziale delle stesse denunciata da Bucchino, il Ministro ha risposto che allo stato attuale esistono difficoltà economiche che impediscono la ratifica di altre convenzioni. Il deputato aveva inoltre chiesto di estendere nel tempo (da 90 a 180 giorni) e ampliare nella copertura l’erogazione dell’assistenza sanitaria a favore degli emigrati italiani rientrati temporaneamente in Italia: una ipotesi, ha risposto il Ministro, legata anche al contributo che gli italiani all’estero offrono al Sistema Sanitario Nazionale.

Nell’eventualità di un miglioramento dell’assistenza, ha aggiunto Fazio, i primi a beneficiarne dovranno essere coloro i quali per effetto dell’attuale normativa in materia fiscale sono tenuti al pagamento delle imposte in Italia.
– Quindi ‘no taxation no medication!’ – commenta il deputato.

Per quanto riguarda l’assistenza diretta all’estero, il Ministro ha chiesto il parere del Ministero degli Esteri nella cui nota si legge: «al fine di fornire una risposta alle esigenze dei nostri connazionali indigenti all’estero, le rappresentanze diplomatico-consolari gestiscono sul capitolo di bilancio del MAE n. 3121 i fondi per l’assistenza diretta. Al fine di fornire tale assistenza (legale, sanitaria, geriatrica, ecc.) le Rappresentanze diplomatico-consolari possono stipulare atti di cottimo (per importi fino al limite di 130.000 Euro) ovvero convenzioni (per importi superiori a 130.000 Euro) con enti e istituti pubblici o privati che danno precise garanzie di professionalità e accuratezza. Tali rappresentanze possono altresì stipulare polizze assicurative per garantire l’assistenza sanitaria ai connazionali indigenti residenti all’estero. In questo quadro e limitatamente ai Paesi extra-europei, in caso di pericolo di vita e di comprovate difficoltà economiche del connazionale possono disporre l’anticipazione della copertura delle spese sanitarie nei limiti di 1.500 Euro».

Bucchino aveva altresì chiesto chiarimenti sulle assicurazioni sanitarie stipulate dal Governo italiano nei Paesi dell’America Latina a favore delle fasce più deboli dei nostri connazionali. In proposito, Fazio ha risposto che per tali assicurazioni l’impegno di spesa per il 2009 è stato di 8.031.000 Euro, mentre per il corrente anno la ripartizione per Paese dei connazionali indigenti che beneficiano delle convenzioni sanitarie è la seguente: 8.230 in Argentina, 200 in Brasile (Rio de Janeiro), 50 in Cile, 108 il Colombia, 113 in Messico, 200 in Uruguay, 1.000 in Venezuela. Secondo il Ministro i connazionali indigenti non inclusi nel piano delle convenzioni sanitarie assicurative usufruiscono di altre forme di assistenza diretta tramite le rappresentanze diplomatico-consolari, che vi provvedono attraverso sussidi oppure servizi offerti da ospedali, ambulatori, farmacie con cui vengono stipulati atti di cottimo.