Riforme, Fini insiste “Non ho perso fiducia”

Fini non nasconde che ci sia una difficoltà nel fare comunque le riforme visto che al momento sembra difficoltoso persino eleggere i componenti laici del Csm. Ma è una strada obbligata se si vuole che si superino i pregiudizi contro la politica. Fare riforme concrete è l’unica arma, per Fini, che si ha per rendere questa democrazia veramente governabile.

Le condizioni per farle, secondo Fini ci sono, visto che “se c’è la volontà ci sono anche le condizioni”. Ma anche la questione del federalismo, osserva, non sarebbe un capitolo veramente chiuso se non si desse vita ad un “federalismo istituzionale”. Bisognerebbe cioè dar vita alla cosiddetta “Camera delle autonomie o delle Regioni”. “Se non si facessero le riforme ora – avverte il presidente della Camera – sarebbe davvero arduo far capire agli italiani perché si è persa questa occasione”.

Un’altra questione che va assolutamente affrontata, secondo il ‘cofondatore del Pdl’, è quella del rapporto fra il potere legislativo e quello esecutivo. “È una questione delicata – osserva – che determina numerose polemiche. Bisogna rendere la democrazia quanto più rappresentativa e governabile possibile”. Il rapporto tra parlamento e governo, conclude, “non deve essere squilibrato”. Il presidente della Camera non nasconde il fatto che esista al momento “una questione morale” e ritiene che la politica su questo fronte debba essere “intransigente”.

“Bisogna essere drastici – spiega – nel ribadire che se vogliamo che la politica sia in sintonia con la società, nei confronti di comportamenti che sono scarsamente in sintonia con l’etica pubblica e con il rispetto delle regole del vivere civile, la politica deve essere intransigente. Poi il capitolo intercettazioni: “Pur con un iter travagliato durato due anni, il lungo dibattito sul ddl intercettazioni ha dimostrato che quando il parlamento discute in modo aspro ma approfondito è capace di correggere impostazioni iniziali che si rilevano inadeguate”.

“Lo dico in modo felpato, ma gli emendamenti di maggioranza e governo in commissione Giustizia profondamente innovativi hanno segnato una pagina importante non solo per chi crede nella centralità del Parlamento ma anche sull’intento di correggere impostazioni”, sostiene Fini ribadendo di avere espresso ripetutamente “fiducia nella centralità del Parlamento”. “È stato un bene”. puntualizza. E, riferendosi all’esame in Aula del provvedimento, sottolinea la “necessità della convocazione di una conferenza dei capogruppo agli inizi della settimana prossima”.“ Il mio giudizio positivo è noto e in questa sede lo ribadisco”, ha concluso.