Cepal-Onu, America Latina: il Pil crescerà del 5,2% nel 2010

SANTIAGO DEL CILE – L’economia dell’America Latina aumenterà nel 2010 attorno al 5,2%, approfondendo il trend in tal senso già realizzatosi nella seconda metà dell’anno scorso. Lo sostiene un rapporto diffuso ieri dalla Cepal (Commissione economica per l’America Latina ed i Caraibi), un organismo dell’Onu con sede a Santiago del Cile.

‘’L’incremento supera le previsioni, anche se ha aspetti eterogenei nell’ambito della regione’’, ha precisato Alicia Barcena, segretario esecutivo dell’organismo. Secondo il rapporto, capeggia i Paesi con i maggiori aumenti il Brasile (+7,6%), seguito da Uruguay (7,0%), Paraguay (7,0%), Argentina (6,8%) e Perù (6,7%). Successivamente vi sono, tra gli altri, Repubblica Dominicana (6%), Panama (5%), Bolivia (4,5%), Cile (4,3%) e Messico (4,1%), mentre, per contro, il Venezuela registrerà una caduta del Pil del 3%. Per la Cepal, tre i fattori che contribuiscono soprattutto all’incremento dell’economia latinoamericana: i consumi privati, l’aumento degli investimenti e la ripresa delle esportazioni.


Dal canto suo, il Fondo monetario internazionale stima che per uscire dalla attuale crisi economica l’Europa deve puntare sulla crescita e per arrivare ad un giro di boa positivo nei confronti del debito tale crescita deve attestarsi almeno tra il 1,5 ed il 3%.

Luc Everaert, numero due del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) illustrando l’Article IV sull’Europa in una «conference call» ha osservato che per incidere sul debito ‘’la crescita in Europa dovrebbe riuscire ad attestarsi tra il 1,5% ed il 3% per alcuni anni, all’incirca cinque’’. Ha spiegato:
– C’e bisogno di una implementazione decisa delle politiche di riforma finanziaria e fiscale, e l’Fmi ritiene che si debba agire con urgenza in quattro aree specifiche al fine di contrastare gli effetti di previsioni di crescita debole, sia nel breve che nel medio termine.

Queste dunque le quattro aree di intervento illustrate da Everaert: affrontare anzitutto il nodo della debolezza del sistema bancario; procedere sulla strada del consolidamento fiscale; approvare ed implementare riforme strutturali forti del mercato del lavoro; rafforzare l’unità europea specialmente sui fronti economico e finanziario.
– Le nostre previsioni indicano una crescita debole per l’area euro – ha sottolineato Everaert – e indicano quindi la necessità di creare una situazione di sostenibilità fiscale per evitare che il debito pubblico vada fuori controllo.