Cifre record, nonostante la crisi

ROMA – All’ottavo posto al mondo per spese militari, nel 2010 l’Italia spende oltre 23,5 miliardi di euro per la difesa. Sono i costi del nuovo esercito professionale, delle missioni all’estero e dei moderni armamenti come il caccia “stealth” F-35. E mentre l’Italia è divenuta il secondo produttore mondiale di armi, piazzando il proprio export militare alle spalle di quello degli Stati Uniti, un rapporto internazionale svela che il sistema bancario nazionale è coinvolto nel finanziamento della produzione di “cluster bombs”, malgrado l’Italia abbia sottoscritto l’accordo per la messa al bando delle micidiali bombe a grappolo, responsabili delle più efferate stragi di civili.


Il costo esorbirante della spesa militare, tocca un record storico malgrado la crisi economica, è contenuto tra i dati esibiti dal saggio “Il caro armato”, appena pubblicato da Francesco Vignarca e Massimo Paolicelli. “Il testo, edito da “Altreconomia” – riferisce “PeaceReporter” – spiega come questi costi siano da imputare alle oltre trenta missioni militari italiane all’estero, al mantenimento di un esercito professionale di 190.000 uomini”, equipaggiato ormai con modernissimi sistemi d’arma. Nell’esercito italiano, aggiunge “PeaceReporter”, “il numero dei comandanti supera quello dei comandati”: si contano 600 tra generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali.

Il costo delle forze armate italiane è dovunto soprattutto all’acquisto diarmamenti tecnologicamente avanzati: dai nuovi sistemi d’arma dalla portaerei Cavour, ammiraglia della marina militare italiana, che costeranno 1,4 miliardi di euro, a nuovi vascelli come le fregate Fremm (5,7 miliardi) e ai nuovi caccia “invisibili” F-35, che da soli assorbiranno una spesa di 13 miliardi.