Convention Trentini nel mondo a Toronto Dellai: “Favorire la rete di discendenti”

“Ormai è un dato di fatto che possiamo dare per acquisito: la realtà poliedrica della nostra emigrazione nel
mondo è una componente di quell’identità trentina sulla quale si basano le ragioni della nostra autonomia”. Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ha acceso gli animi dei settecento partecipanti alla diciannovesima Convention Ittona (International Tirolean Trentini Organization of North America), che quest’anno è stata organizzata dal Circolo dei Trentini nel Mondo di Toronto, in Canada.

“Oggi possiamo dire – ha proseguito Dellai – che non c’è continente nel quale non viva una o più comunità di discendenti di emigrati trentini. Si parla spesso di fare rete, di stringere rapporti duraturi e fecondi nel tempo. Io dico molto semplicemente che la vostra presenza nel mondo della globalizzazione costituisce una internet fatta di cuori, di passioni, di amore sia per la propria terra di origine sia per il paese che vi ha ospitato e che a molti di voi ha dato anche i natali. Noi siamo tutti impegnati a far sì che questa internet degli affetti e dei cuori diventi una sfida per un futuro migliore per tutti, specie per i nostri giovani”.

Dal canto suo, Ben Maganzini, presidente di Ittona, ha sottolineato quanto sia importante l’attenzione della Provincia autonoma di Trento per i problemi, le attese e le speranze che nutrono tutti i trentini che vivono all’estero. “Per molti quello dei trentini è un modello da imitare, per tutti siamo un esempio da seguire: il nostro impegno è quello di essere all’altezza di quello che ci viene chiesto”.

Lucia Flaim, responsabile del Circolo dei Trentini di Toronto e consultrice dell’emigrazione per il Canada, ha espresso invece gratitudine per tutti i volontari che si sono impegnati per la buona riuscita dell’Ittona, “che torna in Canada dopo molti anni di assenza.

È stata una sfida – ha detto Flaim – ma grazie all’apporto di tutti penso che le aspettative dei partecipanti siano state esaudite nel migliore dei modi”. La delegazione trentina, guidata dal presidente Dellai, era composta tra l’altro dal dirigente generale Carlo Basani, che ha anche la competenza dell’emigrazione, dai consiglieri provinciali Gianfranco Zanon e Claudio Civettini, che fanno parte della Consulta per l’Emigrazione, rispettivamente a nome della maggioranza e della minoranza del Consiglio provinciale, dal consigliere Giorgio Lunelli, che ha tenuto una interessante relazione sull’organizzazione del volontariato in Trentino; da Martina Saltori e da Francesca Baldessarelli, in rappresentanza dell’Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento; da Alberto Tafner e Anna Lanfranchi, rispettivamente presidente e direttore della Trentini nel Mondo.

Alla medesima delegazione erano aggregati anche i dodici Consultori per l’Emigrazione, gli “ambasciatori” del Trentino nei diversi paesi di emigrazione, che al termine della Convention di Toronto terranno la loro annuale riunione. La Convention ha proposto, nei tre giorni previsti, due prime giornate dedicate a conoscere alcuni aspetti del Trentino.

Alberto Tafner, presidente della Trentini nel Mondo, ha sinteticamente illustrato la storia dell’autonomia trentina, evidenziandone gli aspetti peculiari e identitari che ancor oggi devono molto a quanti lasciarono la loro terra in cerca di fortuna altrove, lasciando libere così nuove opportunità per chi rimaneva. Anna Lanfranchi, invece, direttrice della Trentini del Mondo da poco nominata, dopo un breve e accorato ricordo degli indimenticati Rino Zandonai, Luigi Zortea e Giambattista Lenzi, ha presentato le emergenze naturali, culturali e sociali del Trentino.

Mariano Anderle, dirigente della Provincia, ha presentato lo stato dei lavori nel campo scientifico, della ricerca e dell’alta tecnologia, che vedono il Trentino impegnato in prima linea con progetto di partnership con i più importanti organismi del mondo. È stato anche presentato il prezioso patrimonio di letteratura popolare costituito dalle leggende trentine, che sono oggi proposte in un cofanetto in italiano e in inglese, formato da quattro volumi – uno per stagione – dal titolo “Il cuore di un popolo – Il calendario delle leggende trentine”. Si tratta di ben 365 leggende nate nelle valli della nostra provincia, ognuna collegata a un giorno dell’anno e raccontate da Mauro Neri.

Sempre nelle prime due giornate di lavori, Alberto Folgheraiter, giornalista e scrittore, ha presentato l’edizione in inglese del suo libro “Beyond the threshold of Time” (Oltre la soglia del tempo), una raccolta di racconti che descrivono episodi di vita di emigrati trentini nel Nord America, con molti spunti autobiografici e personali. Una di queste storie è diventata un film, a cura della giornalista trentina Paola Rosà e di Antonio Senter. Il film, dal titolo “Klondike Calling”, presentato all’Ittona di Toronto nella sua edizione in lingua inglese, racconta la storia di due fratelli trentini, Silvio e Clemente Boldrin, che cercarono e trovarono la fortuna partecipando alla corsa all’oro nel mitico Klondike canadese, intrecciandola con il lavoro di oggi di un altro trentino, il geologo Sandro Frizzi, impegnato ogni anno a predisporre i terreni di ricerca, sempre nel Klondike, per i minatori che poi li scaveranno, con metodiche e strumenti che in più di un secolo non sono poi cambiati di molto.

“Noi speriamo – ha detto il presidente Dellai al termine della convention – che da un lato sia stato rinnovato l’impegno dei circoli degli emigrati a mantenere vivi i rapporti con la loro terra di origine, dall’altro sia stata accettata la sfida che ci attende nei prossimi anni: puntare sulle giovani generazioni, individuando gli strumenti più idonei e gratificanti per mantenere vivo questo rapporto, per far sì che questo legame sia fecondo e ricco di ricadute per tutti. Noi siamo ormai consapevoli che parlare di Trentino, oggi, significa ragionare in termini di globalizzazione, di internazionalizzazione, di presenza sui mercati di tutti i continenti. Ecco perché è importante creare rete e favorire le connessioni con i discendenti dei nostri emigrati. Anche questo fa parte della nostra identità”.