Pd-Udc: «Governo di transizione» Premier: «Avanti, no ai tecnici»

ROMA – La situazione di crisi economica e l’attuale legge elettorale non mettono il Paese in condizione di andare alle elezioni anticipate. Il Pd e l’Udc, di fronte alle fibrillazioni della maggioranza, chiudono la porta all’ipotesi di andare alle urne ma, pronosticando che il centrodestra in autunno andrà incontro a problemi ancora peggiori, insistono per un governo di transizione che, per Bersani abbia tra i suoi compiti quello di varare una nuova legge elettorale. E’ la risposta alla posizione del premier Silvio Berlusconi che ieri, dopo una serie di colloqui con diversi quotidiani, ha ribadito che il governo va avanti e non esistono ipotesi di governi tecnici o di elezioni anticipate.

Il Cavaliere si è detto certo della lealtà dei parlamentari finiani che hanno deciso di abbandonare il Pdl per formare gruppi autonomi. Il governo resta saldo, ha detto in buona sostanza il premier, e i rapporti saranno addirittura “più facili’’ e simili a quelli con la Lega, partito, appunto, esterno al Pdl.

Ma nella maggioranza non manca chi continua a vedere nelle urne l’estrema ratio in caso le cose dovessero precipitare. La pensa così anche il Senatur Umberto Bossi che l’altro ieri in tarda serata durante un comizio ha detto che ‘’noi preferiamo andare ad elezioni piuttosto che avere un governo tecnico’’. Il leader della Lega ha replicato così anche a chi lo dava per tentato da governi di transizione che avessero come ‘mission’ anche quella del federalismo.

– Quello ce lo dà Berlusconi e nessun altro – ha detto Bossi con una buona dose di praticità politica. Anche il Senatur però, si dice convinto che a settembre le tensioni possano salire.

La stessa convinzione del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
– A settembre – dice il centrista – nonostante una certa vitalità della campagna acquisti, i numeri per il governo saranno ancora peggiori. E dunque, – dice -, servir un governo di responsabilità per la nazione.
Il leader dell’Udc, tra l’altro, spiega di sentirsi spesso con Bersani il quale rilancia un governo di transizione “per cambiare la legge elettorale, occuparsi di economia e bonificare una serie di leggi che aumentano la corruzione’’. E magari completare il federalismo visto che, dice Bersani, tornando a tentare la Lega su questo tema ‘sensibile’, “in questo quadro, il federalismo vero, serio, non si fa’’.

E’ frastagliato, però, l’arcipelago delle posizioni all’interno del centrosinistra sulla strada da percorrere in caso di crisi. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ribadisce di preferire le urne e in una lettera aperta invita il Pd a confrontarsi subito per rimettere in piedi una coalizione, anzichè pensare a governi tecnici. Ma quella per il voto subito, è la replica del Pd è una posizione “irresponsabile’’. Piuttosto, dice Bersani, invece di “prendersi a calci negli stinchi un giorno e chiedere il partito unico il giorno dopo’’ è il caso di lavorare per riavvicinare tutte le opposizioni. Una posizione condivisa anche da forze extraparlamentari come i socialisti di Riccardo Nencini e i Verdi di Angelo Bonelli. Ma a chiedere elezioni subito è anche il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola che va all’attacco di chi pensa che “ci sia una destra buona con cui allearsi transitoriamente contro la destra cattiva e magari immaginare che la destra buona possa avere le fattezze della tecnocrazia liberista’’.

Idea che per il governatore pugliese è senza mezzi termini l’’ennesima manifestazione di vocazione al suicidio’’. A Bersani che parla di un governo di transizione come di una scelta di responsabilità Vendola replica chiaro e tondo che “un atto di responsabilità è andare al voto subito’’.