Sulle tracce degli aviatori italiani nei cieli d’Argentina

BUENOS AIRES – Moltissimi piloti italiani lasciarono le loro tracce anche nei cieli argentini. Già all’inizio del XX secolo, Giuseppe Silimbani e sua moglie, Antonietta Cimolini, lasciavano coinvolti gli spettatori in ogni località dove si esibivano, fino alla tragica scomparsa della Cimolini, nel 1904, quando precipitò nelle acque del Río de la Plata.

La Cimolini era nata nel 1878 a Casola Valsenio, Ravenna. Appena 20enne, sposò Giuseppe Silimbani, fornaio di Forlì, tenore dilettante e sportivo in molte discipline. Il 30 gennaio 1910, un altro italiano, Riccardo Ponzelli, volava per la prima volta con un aeroplano Voisin di 50 HP. Il 10 agosto 1912 si creava la Escuela de Aviación Militar alle dipendenze del Ministero di Guerra, e il 19 gennaio 1913, moriva il Tenente Emanuele Felice Origone, a causa di un incidente aereo, primo martire dell’Aeronautica militare argentina.

Era figlio di Raffaello Origone (o Origoni), di origine genovese.Il 10 Novembre 1913, il pilota Ernanni Mazzolenni assieme ai tenenti Pedro Campos e Agustín Varona e il Signor Carlos Borcosque salì su un aerostato per le località di Belgrano e Antonio Carboni percorrendo i 115 km in 18 ore e 55’, record di durata in mongolfiera. Nel 1919, Virgilio Mira, accompagnato da Antonio M. Biedma, vola fra El Palomar e Montevideo nel suo monoplano Mira – Golondrina. Era nato a Taino nel 1890. Emigrato con il padre in Argentina, conseguì il brevetto di pilota nel 1915 e si dedicò a questa attività per 22 anni. Si esibì in molte manifestazioni acrobatiche con un apparecchio Bleriot da lui modificato cui aveva dato il nome di Golondrina (rondine). La sua spericolatezza nel pilotaggio gli valse l’appellativo di “El Loco” Mira. È stato pioniere dell’aviazione argentina e geniale inventore, studiò un nuovo tipo di elica.

Il 18 novembre dello stesso anno, il tenente Antonio Parodi si elevò da El Palomar fino a 6.300 metri di altitudine, con un biplano Ansaldo SVA 10. Nel 1925, il tenente Pietro Zanni, nato il 12 marzo 1891, voleva percorrere 19.320 km tra Amsterdam e Tokio, in 25 giorni di volo, assieme al suo inseparabile capo meccanico Filippo Beltrame. In quel momento, 4 nazioni gareggiavano ad essere le prime a fare il giro del mondo in aeroplano: USA, Portogallo, Regno Unito e Repubblica Argentina. Nel 1932, Giorgio Aiello, inventore e pilota, intendeva realizzare in Moreno il primo volo di prova su un aereo di sua invenzione, un monoplano senza coda Aiello motore Clerget di 130 HP.

Nel 1933, Carola Lorenzini otteneva il suo brevetto di pilota. Il 23 novembre 1941, l’Argentina perde Carola,una delle sue più pregiate stelle durante una esibizione acrobatica. Era figlia di Giuseppe Lorenzini, calzolaio e di Luisa Piana. Nel 1949, il sottufficiale principale Vincenzo Bonvissuto stabilisce il record mondiale di salti con il paracadute realizzando 100 salti in solo 8 ore e 1 minuto. Il record precedente lo aveva ottenuto un altro italo-argentino, Nicolini, con 56 salti. Il 9 novembre 2006, Bonvissuto moriva all’Ospedale Aeronautico Centrale di Buenos Aires, all’età di 89 anni. Nel 1953 aveva inizio la scuola di paracadutisti con un aereo Piper Pa II, comandato da Bruno Pandolfi e la prima brigata paracadutisti veniva così composta da Carlo Falisttocco, Aldo Ferrari, Isidoro Añon, Leandro Sanis e Nelly Lazo Cañuelas.

Persino l’aviatore bresciano, con il brevetto di pilota numero 2 in Italia, Bartolomeo Cattaneo sorvolò a lungo i cieli del Sudamerica. Questo pioniere del volo compagno di Natham, Farman, Voisin, Chavez, Garros, Santos Dumont e Calderara, era nato a Grosio -in Valtellina- il 30 gennaio 1883 dove i genitori si erano trasferiti per lavoro. La sua prima infanzia la trascorse a Vico, frazione di Edolo in val Corteno, presso i nonni materni. Cattaneo si trasferisce in Argentina anche per promuovere l’aereo, il 5 novembre 1910 fa il primo volo sulla Capitale partendo dal campo aereo El Palomar con il Bleriot XI e il 16 dicembre 1910, dopo forzati rinvii si cimenta con successo nella prima trasvolata del Rio de la Plata, 90 chilometri da Buenos Aires Argentina, a Colonia, in Uruguay. A ricordo, il Municipio di Colonia fece coniare una medaglia d’oro dell’avvenimento con la scritta: “La Intendencia en representaciòn de la Municipalidad de Colonia a Bartolomé Cattaneo en testimonio de admiraciòn por su vuelo de Buenos Aires al Real de San Carlos.

Diciembre 16 de 1910”. Si trasferì poi in Brasile dove si trova tra i fondatori della VASP, compagnia aerea civile brasiliana, di cui è stato anche comandante, volando sulla tratta San Paulo – Riberao Preto. Cattaneo non tornerà più in Italia e muore a San Paolo il 2 aprile 1949.

Come dimenticare il Tenente Marco Antonio Zar, fondatore dell’Aviazione Navale Argentina, nato nel 1891 e scomparso nel 1955. Prese parte alla Grande Guerra 1914/18, alle dirette dipendenze della marina militare Usa in Europa. Dopo 28 missioni di guerra, il 5 ottobre 1918, s’inserì alla Scuola dell’Aviazione Navale con sede nel Lago Bolsena (Viterbo), nordest di Roma. Li otteneva il brevetto di pilota da caccia. Vive a Londra per poi tornare a Grosseto, in Toscana. Nelle basi dei Caproni a Cascina Costa e Cascina Malpensa -nell’alto milanese-, fece il corso d’idrovolanti e poi, trasferitosi a Fiumicino, il corso di pilota di dirigibili.

Si potrebbe aggiungere molto di più riguardo i piloti argentini di origine italiana e non. Ad esempio, si sa poco sui circa 600 piloti volontari che combatterono contro la Luftwaffe tedesca durante il secondo conflitto mondiale. Parteciparono alla Battaglia dell’Inghilterra, Africa settentrionale, il Mediterraneo o il “Day D”, con lo Stormo 164 “Argentine-British”. Di loro, quasi 140 morirono, 9 in prigionia e 56 furono decorati. Furono decorati anche altrettanti piloti italo – argentini che combatterono nelle Malvinas come: Rubén Sassone, Norberto Di Meglio, Horacio Giagischia, Jorge Oscar Ratti, Guillermo Owen Crippa, Carlos Alberto Molteni, Rafael Gustavo Molini e Jorge Alberto Philippi. Insomma è stato immenso il contributo degli italiani -anche di sangue- allo sviluppo delle ali argentine.