Federalismo, via libera al fisco municipale

Via libera del Consiglio dei ministri al nuovo decreto attuativo del federalismo fiscale, quello riguardante il fisco municipale.

Il provvedimento, che ora dovrà ora essere esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni parlamentari preposte prima di tornare al Cdm, prevede due grosse novità: l’introduzione
della tassa unica per i Comuni, la cosiddetta Imu, e una cedolare secca sugli affitti, fissata su una percentuale
che dovrebbe oscillare tra il 20% e il 22%, sa seconda della decisione finale che verrà presa dal governo.

Si tratta in ogni caso di una novità rilevante, visto che la bozza esaminata dal Cdm aveva stabilito una quota del 20% solo per gli affitti agevolati, indicando nel 25% la cedolare secca per tutti gli altri contratti di locazione. Qualora il provvedimento non incontrasse ostacoli lungo il suo iter, dal prossimo anno le imposte sugli affitti si potranno pagare con una cedolare secca, su base volontaria.

Nel decreto sono anche previste sanzioni molto più dure per chi affitta in nero e per chi dichiara importi inferiori a quelli effettivamente percepiti. Altro pilastro del decreto è l’istituzione, dal 2014, dell’imposta municipale propria dei comuni, l’Imu: potrà essere adottata con delibera del Consiglio sul presupposto di consultazioni popolari svolte secondo lo statuto comunale e conterrà anche una tassa sulle compravendite che sarà, come riferito ancora dal ministro Calderoli, dell’8% sulle seconde case e del 2-3% sulle prime case.

L’imposta, inoltre, verrà pagata anche sul possesso degli immobili, ad esclusione in questo caso delle prime case e sostituirà tutte le altre voci tributarie che investono la componente immobiliare, (imposta di registro, imposta ipotecaria, imposta catastale etc etc).

Fumata nera in Cdm, infine, per quanto riguarda la nomina del nuovo presidente della Consob, slittata anche ieri: l’argomento, secondo quanto trapelato, non sarebbe stato affrontato per mancanza di tempo vista la votazione alla Camera sulla sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Caliendo che richiedeva la presenza dei membri del governo.