Un tema che scotta e terrorizza gli italiani

CARACAS – Secondo il primo rapporto dell’Osservatorio dei Diritti della proprietà privata del Venezuela, coordinato dal ricercatore Felipe Benites, il governo Chávez ha effettuato 762 espropriazioni nel periodo 2005-2009: 23 nel 2005, 42 nel 2006, 127 nel 2007, 196 nel 2008 3 374 nel 2009. Espropri e nazionalizzazioni sono legali anche in Italia. Nell’ordinamento italiano l’espropriazione è regolata dal D.P.R. 8 giugno 2001, n° 327, recante il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”. Sulla base della normativa sono espropriabili tutti i beni immobili e i diritti relativi a tali beni, al fine di eseguire opere pubbliche o di pubblica utilità.

La guerra delle espropriazioni


“La nostra preoccupazione è che non ci pagheranno il giusto prezzo per le nostre ditte” denunciava mesi fa Vito Tridente Sgherza alla stampa locale del suo paese di origine, Molfetta (Bari), dipingendo la sua condizione di espropriato. Il mondo politico italiano era con lui. Il 26 maggio scorso, infatti, alcuni parlamentari del PD, tra cui la Senatrice Anna Finocchiaro, hanno firmato una interpellanza urgente di solidarietà con gli imprenditori d’origine italiana vittime degli espropri in Venezuela. Claudio Micheloni, primo firmatario della mozione, denunciava l’esproprio di 76 imprese che lavoravano nel settore degli idrocarburi, “molte delle quali di proprietà di italo-venezolani”.


Poco distante arrivò a “Italians”, il blog del “Corriere della Sera” gestito da Beppe Severgnini, la lettera di Giancarlo Volante (“Venezuela. Proprio oggi sono venuti a confiscarci degli autotreni”) in cui si denunciava un esproprio accaduto “senza avere la possibilità di difenderci attraverso le autorità competenti”. Alla lettera – e indirettamente alle altre 14 società proprietà di cittadini italo-venezolani – rispondeva prontamente il nostro Ambasciatore Luigi Maccotta. Il diplomatico illustrava le iniziative attivate dal governo italiano per sensibilizzare le autorità locali (Ministero dell’Energia, Azienda Petrolifera di Stato, Ministero degli Esteri, Gruppo Parlamentare di Amicizia italo-venezolano) e spiegava come fossero stati fatti presenti il danno e il disagio che si venivano a creare in seno alla collettività. Rimarcava, comunque, che una legge di nazionalizzazione rientra nell’autonoma sfera di sovranità dello Stato.


Anche il Console Davoli crede che non si possa “contestare una azione dello stato sovrano se fatta nel rispetto della legge” e, come l’Ambasciatore Maccotta, sottolinea che l’unico atto possibile da parte delle Istituzioni italiane è quello di fare pressione affinchè venga rispettata quella parte della normativa che prevede indennizzi equi, tempestivi ed effettivi.


– Le istituzioni italiane – asserisce il Console – sono impegnate su questo fronte con la stessa forza e con la stessa efficacia degli altri paesi europei. Il loro intervento diplomato è risultato essere in molti casi prezioso.

Interrogazioni


Dopo la senatrice Poli Bortone (Pdl), anche l’on. Marco Zacchera, presidente del Comitato italiani all’estero della Camera, ha presentato un’interrogazione al Ministro Frattini sul tema delle misure adottate dal governo italiano come risposta alle espropriazioni e alle nazionalizzazioni attuate in Venezuela. Zacchera sosteneva che la “crisi venezuelana” avesse ormai assunto “caratteristiche di estrema gravità” che “impongono interventi determinati e senza indugio a tutela della democrazia”.


Durante i lavori della II Commissione Mista italo venezolana dello scorso maggio, cui hanno partecipato il presidente Chávez, il ministro degli Esteri Franco Frattini ed il suo omologo Nicolas Maduro, quello delle ‘espropriazioni’ è stato uno dei temi ‘caldi’. Il ministro ha spiegato alla collettività italiana l’azione di sensibilizzazione svolta dalla Delegazione nei confronti delle autorità venezolane, soprattutto grazie ad un incontro avvenuto tra l’Instituto Nacional de Tierras ed i rappresentanti delle famiglie italiane vittime di espropri ed invasioni. Tutto per garantire indennizzi effettivi, equi e tempestivi.


Secondo un recente sondaggio della ‘Voce’, la metà degli italiani intervistati presso il Centro Italiano venezolano di Caracas teme di essere espropriata addirittura della propia casa. Questo non è mai accaduto. Si è però proceduto ad espropri previsti dalla “Legge Organica che riserva allo Stato i Beni e i Servizi Connessi alle Attività Primarie degli Idrocarburi” ed a quelli di utilità pubblica.

M.V.