Primo processo a un bambino soldato

GUANTANAMO – Sono bastate due udienze preliminari, lunedì e martedì, per vagliare le condizioni di procedibilità e la composizione della giuria che ha nelle mani il futuro di Omar Khadr, il ventitreenne cittadino canadese rinchiuso da sette anni nel campo di prigionia di Guantanamo, Cuba. Un terzo della sua giovane vita nel carcere più infame del pianeta, dal momento che quando le forze speciali Usa lo prelevarono nel villaggio afgano di Ayub Kheyl, Omar di anni ne aveva solo quindici.

Era il 27 luglio del 2002: nel corso di un combattimento tra gli uomini della Delta Force e un gruppo di talebani, Omar Khadr – classe 1986 – lanciò una granata che uccise un ufficiale statunitense e provocò il ferimento di altri due soldati: omicidio, tentato omicidio, cospirazione, affiliazione terroristica, spionaggio, sono i cinque capi d’accusa di cui il bambino soldato Khadr deve rispondere davanti alla commissione militare di Guantanamo.

È il primo procedimento dell’era Obama (che aveva promesso la chiusura di Gtmo entro il 1° gennaio del 2010 e che, soprattutto, aveva aspramente criticato il sistema delle commissioni militari), e gli Stati Uniti sono il primo paese, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi, a processare un bambino soldato.