Rossi ha detto sì alla Ducati, nasce il binomio made in Italy

BRNO – Rossi con la Rossa, finalmente è realtà. Con l’annuncio di ieri si avvera il desiderio di moltissimi appassionati dello sport della moto in tutto il mondo. E’ un matrimonio tutto italiano, tra Valentino Rossi, nato a Pesaro il 16 febbraio 1979, e la Ducati, nata a Borgo Panigale (Bologna) nel 1926 come fabbrica di radio, oggi famosa nel mondo come la “rossa delle due ruote”. Un marchigiano e una emiliana, figli entrambi della terra dei motori, la stessa della Ferrari e della Lamborghini, dalle parti della Ducati; mentre è sempre stata la riviera adriatica con i suoi circuiti a far crescere il talento di Valentino Rossi, in parte ereditato da Graziano, pilota delle 250 negli anni 70-80.


Nove titoli mondiali, 104 vittorie, 168 podi, 59 pole position, un’immagine planetaria, uno degli sportivi più conosciuti e più pagati della storia del motorsport, Valentino Rossi, correrà le prossime due stagioni con il rosso addosso, quello della velocità e della passione di Ducati. Valentino, che ha cercato anche un’altra rossa, per fare un salto anche più ardito, quello in Formula 1, con la Ducati avrà da affrontare altre sfide. La Casa di Borgo Panigale è molto più piccola, sia come dimensioni che come fatturato, dei colossi giapponesi per i quali Rossi ha corso in passato.


Ducati è il classico Davide che va contro i Golia nipponici, veri principi della produzione mondiale delle due ruote. Eppure questa realtà italiana che ancora progetta e produce in Italia, ha sconfitto una volta i suoi nemici nel 2007 con l’australiano Casey Stoner, che è riuscito a portare a Borgo Panigale, l’unico titolo della storia Ducati in Motogp.


“Colgo l’occasione – ha detto a proposito Gabriele del Torchio, amministratore delegato di Ducati – per affermare che siamo tutti legati da grande affetto e grandissima riconoscenza nei confronti di Casey Stoner, che ha consentito di portare a casa, dopo 34 anni di incontrastata dominanza giapponese, il campionato del mondo Motogp a Bologna e a Borgo Panigale. Quindi a lui tutti i nostri ringraziamenti e tutto il nostro affetto”.
Ma certamente quello davanti alla Ducati è un futuro molto impegnativo. “Il fatto di poter contare per le stagioni 2011 e 2012 – ha proseguito Del Torchio – su questo binomio importante che è quello del più grande campione mondiale del motociclismo, Valentino Rossi, insieme a Ducati, crea un binomio tutto italiano di quelli destinati a segnare una tappa fondamentale nella storia dello sport ma anche nell’industria italiana”.
Valentino Rossi non parla, per ora. E’ ancora un pilota Yamaha e sa benissimo che ogni parola fuori posto potrebbe compromettere la possibilità di ottenere dalla Casa giapponese il ‘placet’ per il test che ci sarà dopo l’ultima gara mondiale a Valencia in novembre.


“Io non ho motivi per ritenere che Yamaha non consenta a Valentino di fare i test a Valencia – afferma al riguardo Del Torchio – noi per quanto ci riguarda abbiamo assolutamente acconsentito con spirito sportivo al fatto che Casey Stoner possa provare la Honda, ci sembra normale mettere tutti in condizioni di affrontare la stagione che verrà; ma la decisione non è nostra, è loro, e mi auguro che si vada in questa direzione”.
Il ‘fair play’ non è mai mancato tra le Case giapponesi che in passato si sono scambiate i piloti. Yamaha, si augurano tutti, non farà eccezione con la Ducati.