Alla camera ardente del Gemelli l’ultimo addio al presidente

ROMA – “Un piccolo omaggio a un grande uomo di Stato, ho salutato un amico”. E’ tutta nelle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la sintesi della lunga giornata di omaggio al feretro del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Oltre otto ore (dalle 9,20 – quaranta minuti di anticipo rispetto al previsto – alle 18) di apertura per la camera ardente allestita nella Chiesa Madre del Policlinico Gemelli di Roma, dove il senatore è morto e che ha visto avvicendarsi per tutta la giornata le più alte cariche dello Stato.

Al centro della navata il feretro in mogano, ornato da un crocifisso dorato. Agli angoli quattro vasi di rose rosse. Sul pavimento e all’esterno della chiesa, assediata dai cronisti, le corone di fiori inviate dalle istituzioni. Ad aprire la giornata il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone, che ha portato il saluto del pontefice. Poi, le massime autorità della Repubblica: oltre a Napolitano, a rendere omaggio a Cossiga e porgere le condoglianze ai figli Anna Maria e Giuseppe sono arrivati i presidenti del Senato Renato Schifani e della Camera Gianfranco Fini.

Tra i personaggi politici che hanno voluto dare l’estremo saluto anche molti colleghi di Palazzo Madama: i due ex presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, ma anche Giulio Andreotti ed Emilio Colombo.

Nel pomeriggio è arrivato al Gemelli anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha abbracciato i figli di Cossiga e si è soffermato a parlare con loro prima di andarsene senza rilasciare dichiarazioni. Con lui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, primo di una lunga rappresentanza di esponenti del governo, tra cui Angelino Alfano, Raffaele Fitto, Paolo Bonaiuti, Enzo Scotti, Guido Crosetto, Ignazio La Russa, Mara Carfagna, Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo, Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. Tanti inoltre i parlamentari di ieri e di oggi che non hanno voluto far mancare la loro presenza: tra gli altri Enzo Carra, Arturo Parisi, Beppe Pisanu, Paolo Cirino Pomicino, Marcello Pera, Giuseppe Ciarrapico, Vannino Chiti, Marco Minniti, Maurizio Lupi, Fabrizio Cicchitto, Lamberto Dini, Marco Pannella, Paolo Naccarato.

Il Campidoglio ha portato il suo omaggio con il vicesindaco Mauro Cutrufo, mentre da Oltretevere è arrivato anche monsignor Rino Fisichella. A rappresentare la Sardegna, terra natale tanto amata da Cossiga, il governatore Ugo Cappellacci. Anche il capo della polizia Antonio Manganelli e il generale di Corpo d’armata dei Carabinieri Leonardo Gallitelli non hanno fatto mancare la loro presenza vicino alla bara, onorata dai militari dell’Arma che fecero da scorta al presidente emerito. A rappresentare il mondo ebraico il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il presidente dell’Unione comunità ebraiche d’Italia Renzo Gattegna.

Al Gemelli anche due protagonisti del mondo economico come Mario Draghi e Antonio Fazio.
Tanti anche i privati cittadini che hanno voluto rendere omaggio all’ex presidente, lasciando sul libro delle firme un messaggi diversi, tra questi: “Ciao presidente picconatore” ha scritto un visitatore, ma anche “Caro Francesco, ti onoro come nemico”. E se in chiesa si sono visti il direttore della Cattolica di Roma Giancarlo Furnari e quello del Gemelli Cesare Catananti, non sono mancati molti medici della struttura che, in camice bianco, sono entrati per raccogliersi in preghiera vicino al feretro di Cossiga.

Alle 18 in punto la camera ardente ha chiuso i battenti, e l’ultima a uscire è stata la figlia Anna Maria, in nero, gli occhi lucidi. Sempre accanto al padre durante l’agonia, non l’ha lasciato solo per un attimo neanche ieri.