Berlusconi: elezioni a breve, sui 5 punti non si discute

ROMA – Il partito deve prepararsi alle elezioni politiche anticipate, che potrebbero svolgersi anche “a breve”. Lo afferma il presidente del Consiglio e del Pdl, Silvio Berlusconi, in un audiomessaggio inviato ai Promotori della Libertà. “Dobbiamo riorganizzare sul territorio la presenza del Pdl, la nostra presenza e quella di tutte le nostre componenti più dinamiche, per realizzare una presenza attiva e capillare in ciascuna delle 61mila sezioni elettorali, in ciascuno dei 61mila dipartimenti elettorali del Paese, e dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza, come quella di elezioni entro poco tempo”.


Il premier ribadisce che i 5 punti contenuti nel documento elaborato al vertice di venerdì a Palazzo Grazioli non sono in discussione.


“Dopo che alcuni nostri parlamentari, i finiani, hanno deciso di costituire un gruppo autonomo in Parlamento, che è un’iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo Pdl – con la scritta ‘Berlusconi presidente’’’ sottolinea il leader del Pdl, è diventato ‘’necessario verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma”. La verifica ‘’sarà centrata su cinque grandi riforme: giustizia, federalismo fiscale, riforma tributaria, Sud e sicurezza’’.


“E’ ovvio – mette in chiaro il Cavaliere – che qualora la coesione della maggioranza venisse meno anche su uno solo di questi cinque punti, che sono parte integrante del programma di governo, non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima Repubblica, così come rifiuteremmo la prospettiva di negoziare al ribasso quell’azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l’obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare”.


“Lo dico con serenità: in democrazia ciò che conta è il mandato popolare, governa chi ha ricevuto i voti per farlo. Sarebbe antidemocratico e offensivo della sovranità popolare, partecipare a dei nuovi giochi di palazzo per tentare di cambiare, sovvertire il risultato elettorale e portare al governo chi le elezioni le ha perse’’.
“Noi – insiste – siamo per il rispetto assoluto della sovranità popolare. Quindi, se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sé una maggioranza coesa e compatta, che gli consentisse di realizzare quello che il governo ha promesso ai suoi elettori durante la campagna elettorale, la strada non può essere che quella di tornare al giudizio del popolo sovrano. Chi dice il contrario, invocando formalismi costituzionali sa benissimo di dire una falsità’’.


Arriva a stretto giro la replica del Pd. Per Anna Finocchiaro ‘’definire ‘formalismi costituzionali’ regole e procedure stabilite dalla Carta e accusare di falsità chi difende la Costituzione vuol dire essere in malafede e mancare di rispetto al Capo dello Stato’’.


Ma per Daniele Capezzone, portavoce Pdl, dichiarazioni di questo genere stanno solo ad indicare che ‘’il Pd ha come unico obiettivo quello di un ribaltone e di un gioco di palazzo’’.
Risposte al Cavaliere anche dai finiani. “Seguendo l’alto esempio del Capo dello Stato siamo fedeli innanzitutto alla Costituzione, che ci impone di rappresentare la nazione senza vincoli di mandato” dice Carmelo Briguglio, deputato di Futuro e libertà per l’Italia.


“Ricordo che i deputati del Pdl, inclusi quelli ex An, sono stati eletti con due capilista, Berlusconi e Fini. Se c’è un dovere per i parlamentari ex An di fedeltà politica – chiarisce Briguglio – è nei confronti di Fini che capeggiava nelle liste Pdl la componente e anche la storia della destra italiana”.


“Espellere un leader dal partito che ha fondato e volere impedire, a lui e a chi si riconosce nelle sue posizioni, di esercitare il proprio mandato in un altro soggetto politico o gruppo parlamentare equivale a un attentato ai loro diritti politici e costituzionali. Berlusconi prenda atto invece della nuova situazione e la affronti con senso politico abbandonando la linea degli inutili anatemi”, conclude l’esponente Fli.