Oggi in fabbrica, dalla Fiat ‘invito a restare a casa’

MELFI – Si presenteranno oggi in fabbrica per riprendere il lavoro i tre operai della Fiat di Melfi, reintegrati lo scorso 9 agosto dal giudice del lavoro.

Erano stati licenziati perché accusati di aver ostacolato il lavoro dei colleghi durante un corteo interno, bloccando un carrello robotizzato. Per il giudice i licenziamenti erano antisindacali ed è stato deciso il reintegro. La Fiat ha però depositato il ricorso al giudice del lavoro e ha inviato un telegramma ai tre lavoratori con cui invita a non presentarsi in fabbrica.Gli operai, sostenuti dalla Fiom Cgil di cui sono delegati sindacali e iscritti, hanno annunciato che andranno alla Fiat per riprendere la propria posizione lavorativa.
E la Fiom Cgil ha diffidato la Fiat Sata di Melfi a far riprendere il posto di lavoro ai tre operai. ‘’Vi diffindiamo a consentire nella giornata del 23 agosto p. v. l’accesso in azienda dei signori’’, ‘’riservandoci in difetto ogni azione, oltre che sul fronte sindacale, anche in sede penale, civile e di esecuzione’’, si legge nella lettera che è sottoscritta anche dai tre operai con una postilla in cui gli stessi ‘’dichiarano di accettare l’offerta di ‘immediata reintegra nel posto di lavoro’ del 18 agosto’’ e ‘’di non accettare le contrarie disposizioni aziendali’’, giunte con un telegramma.

La Fiom scrive la diffida a seguito della comunicazione dell’azienda ‘’con la quale, smentendo le precedenti comunicazioni inviate il 18 agosto ai nostri iscritti Fiom, esonerate gli stessi dalla prestazione lavorativa, con ciò non procedendo alla loro effettiva reintegrazione nel posto di lavoro’’.

Per il sindacato ciò non è possibile in quanto ‘’l’interesse tutelato dall’art. 28 Legge n. 300/70 è quello di avere, per la Fiom-Cgil, la presenza quotidiana in azienda dei suoi delegati illegittimamente licenziati, onde consentire loro di espletare effettivamente tutte le funzioni e le prerogative attinenti al loro ruolo’’.
Per il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, “Fiat sbaglia a non reintegrare i lavoratori” dopo la decisione del giudice. ‘’Sbaglia – sostiene – a rincorrere le provocazioni della Fiom perché la rafforza: rischia di essere la faccia opposta della Fiom”.