Svizzera, contro la proposta di rintrodurre la pena di morte

ZURIGO – A proposito dell’intenzione della Svizzera di indire un referendum per introdurre la pena di morte per reati di pedofilia, l’on. Antonio Razzi non ha mancato di esprimere il suo imbarazzo «vivo da tantissimo tempo in Svizzera, ormai è come la mia seconda patria e mi dispiace che si voglia introdurre la pena di morte anche se per reati di inaudita gravità come quelli della pedofilia».


D’altronde, il dispiacere dell’on. Razzi è giustificato dalla proverbiale riluttanza che il popolo italiano ha per la pena di morte in una fase storica che peraltro vede la sua abolizione in circa trenta paesi europei.


«Non mancherò di esprimere il mio disappunto in una nota che provvederò a consegnare personalmente all’ambasciatore Svizzero in Italia dr. Bernardino Regazzoni – ha puntualizzato Razzi- facendomi latore anche del cospicuo numero di italiani lì residenti». Lo sdegno per la pedofilia muove sentimenti di reazione forti e ciò non solo in Svizzera ma questo non deve, secondo Razzi, degenerare in soluzioni capitali.


«Non capisco proprio come si possa andare contro la Convenzione dei diritti dell’uomo alla quale la Confederazione ha aderito a piene mani – ricorda Razzi – con quella ratifica la Svizzera si è impegnata a rinunciare alla pena di morte in tempo di pace come in tempi di guerra».