Da Collemaggio al Duomo, i danni ai beni artistici

L’AQUILA – Chiese antichissime, monumenti, opere d’arte e pietre millenarie. Un patrimonio dell’umanità che il sisma del 6 aprile ha sfregiato e che ancora oggi, puntellato e messo in sicurezza, attende di tornare all’antico splendore. Dalla basilica di S. Maria di Collemaggio, dove fu incoronato Celestino V, alla Chiesa delle Anime Sante, L’Aquila mostra a di un anno di distanza il suo volto ferito.


Ingentissimi i danni provocati al patrimonio artistico e religioso abruzzese dal terremoto, che ha distrutto i più bei monumenti medievali e le chiese più famose. Gravemente danneggiato è stato il Duomo dell’Aquila: sono crollati pezzi interi della cattedrale ed il tetto della sede Caritas. Crollati anche il cupolino della chiesa di S. Agostino, il campanile di San Bernardino, il Palazzo della Prefettura che ospitava anche la sede dell’archivio di Stato e la chiesa delle Anime Sante o del Suffragio nella piazza principale dell’Aquila, un gioiello del 18esimo secolo di Carlo Buratti con la cupola del Valadier distrutta dalle scosse di assestamento.
Crollata anche la parete di fondo della basilica romanica di S. Maria di Collemaggio, fondata nel 1287 per volere di fra Pietro da Morrone, incoronato nel 1294 Celestino V e citato da Dante nel III Canto della Divina Commedia come colui che ‘’per viltade’’ fece il ‘’gran rifiuto” per aver annunciato le sue dimissioni dopo solo cinque mesi di tormentato pontificato. E’ stata salvata in extremis anche la reliquia di Celestino V che si trovava nel complesso di Collemaggio.


Le sue spoglie costituiscono l’attrattiva principale della Basilica, per via della sua fama di taumaturgo e della straordinaria indulgenza della ‘Perdonanza’, da lui stesso istituita. E’ stata recuperata anche la Bolla del Perdono, il documento emanato da Papa Celestino V nel 1294, con la quale è stato istituito il primo Giubileo della storia. La Bolla che era conservata in un forziere all’interno della Torre Civica è risultata intatta. Insieme sono stati recuperati il bastone d’ulivo con cui il cardinale apre la Porta Santa di Collemaggio per dare l’inizio all’indulgenza plenaria (che dura un giorno ed è annuale, dal 28 al 29 agosto), e la chiave della stessa Porta Santa.


Danneggiato anche il Forte Spagnolo, il castello cinquecentesco sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Le opere che erano ospitate nella struttura saranno esposte nei prossimi mesi presso l’ex mattatoio di Borgo Rivera all’Aquila per l’intero periodo dei lavori di restauro del castello. Salvo il Mammut, l’opera più famosa e visitata del Museo. All’imponente scheletro risalente a un milione e duecento anni fa si è solo staccata in seguito al sisma qualche vertebra ed una costola che comunque non si sono rotte.