La Corte iraniana riesamina la condanna

ROMA – Dopo l’invio dell’appello di Amnesty International di 39.463 firme alle autorità iraniane, il 4 agosto la Corte suprema ha iniziato un riesame della condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Lo scopo di tale decisione appare solo quello di ridurre la pressione internazionale sulle autorità, cambiando la modalità di esecuzione della condanna a morte. La condanna alla lapidazione resta in vigore.
Intorno al 7 luglio, a seguito delle proteste internazionali, i funzionari del carcere di Tabriz hanno chiesto al capo della magistratura iraniana di acconsentire alla commutazione in impiccagione della condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani.


Il 10 luglio, il capo dell’Alto consiglio per i diritti umani dell’Iran ha dichiarato che il caso sarebbe stato riesaminato e anche che la legge iraniana consente la lapidazione. Il giorno dopo, il capo della magistratura provinciale di Azerbaigian est, Malek Ezhder Sharifi, ha affermato che la condanna a morte per lapidazione era ancora in piedi e poteva essere eseguita in qualsiasi momento su decisione del capo della magistratura, l’ayatollah Sadegh Larijani.