Obama: “Gli estremisti non saboteranno il processo di pace”

WASHINGTON – “Non permetteremo agli estremisti di sabotare il processo di pace”. Il presidente Barack Obama, annunciata martedì la fine della guerra in Iraq, si e’ lanciato ieri nel difficile tentativo di risolvere un altro conflitto mediorientale incontrando alla Casa Bianca il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente dell’Autorita’ Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen in colloqui bilaterali che mirano ad avviare negoziati di pace diretti tra le due parti.


Netanyahu ha detto ieri a Washington di voler mettere fine al conflitto in Medio Oriente “una volta per tutte”. “Ma bisogna difendere la pace dai suoi nemici”, ha aggiunto. Il premier israeliano ha definito Abu Mazen “suo partner per la pace”.


L’iniziativa della Casa Bianca e’ stata turbata dalla uccisione, martedì in Cisgiordania, di quatto coloni israeliani in un attentato rivendicato da Hamas. “Voglio che tutti sappiano che niente fermera’ gli Stati Uniti nel sostenere la sicurezza d’Israele e dal perseguire una pace durevole nella regione: respingiamo assolutamente queste attivita’ terroristiche”, ha detto Obama, che ha parlato di “massacro assurdo”, con accanto Netanyahu alla fine del loro colloquio alla Casa Bianca durato circa 90 minuti.
Il premier israeliano ha parlato a sua volta di “selvaggia brutalità”.


Il presidente Obama ha comunque tenuto a sottolineare che anche il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha condannato questo “attacco oltraggioso”. Sui negoziati e’ sospesa pero’ anche la Spada di Damocle degli insediamenti israeliani nei territori occupati. La moratoria annunciata dieci mesi fa da Tel Aviv scadra’ il 26 settembre. I palestinesi hanno ribadito ieri a Washington che una ripresa degli insediamenti israeliani nei territori occupati metterà fine al processo di pace.


“Una ripresa della colonizzazione vedrà la fine dei negoziati – ha detto un portavoce della delegazione palestinese nella capitale americana -. La colonizzazione deve cessare. Il suo proseguimento significherà la fine del processo di pace”. Ma Netanyahu ha detto poco dopo il suo arrivo a Washington che la moratoria non sarà prolungata.


Gli Stati Uniti cercano comunque di mantenere un senso di ottimismo sui negoziati e affermano di vedere “una finestra di opportunità” per giungere “entro un anno” ad uno storico accordo di pace basato sulla soluzione dei “due stati”. Un portavoce americano ha detto che gli Stati Uniti intendono giocare “un ruolo sostenuto ed attivo” nel far progredire il processo di pace. Il presidente Obama ha in programma oggi anche incontri bilaterali alla Casa Bianca col Re di Giordania Abdallah II e col presidente egiziano Hosni Mubarak.
La giornata si è conclusa conclusa da una cena di lavoro alla Casa Bianca che vedrà la partecipazione di Obama, del segretario di stato Hillary Clinton, dei quattro leader mediorientali, dell’inviato speciale per il Medio Oriente George Mitchell e del rappresentante del Quartetto, Tony Blair. Oggi è in programma l’apertura formale dei colloqui diretti tra le delegazioni israeliana e palestinese al Dipartimento di Stato sotto l’egida di Hillary Clinton.