Israele-Palestina, iniziati i colloqui

Ieri era il giorno della ripresa dei colloqui diretti tra israeliani e palestinesi, dopo 20mesi di stop: alle 10 locali, le 16 ora italiana, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato a Washington il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, davanti al segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Il negoziato, però, è partito in salita.

Il direttore del Consiglio regionale degli insediamenti in Cisgiordania (Yesha Council) Naftali Bennett, ha annunciato che a partire dal 26 settembre, data in cui scade la moratoria ordinata dal premier Benjamin Netanyahu, comincerà la costruzione di 80 nuovi alloggi. Quello degli insediamenti
è il principale ostacolo a una concreta ripresa del processo di pace. La proroga del blocco di dieci mesi è una condizione necessaria per i palestinesi per portare avanti i negoziati.

Un altro problema è rappresentato dalla ripresa degli attacchi terroristici contro i coloni, rivendicati da Hamas con la minaccia di continuare con le “operazioni di resistenza”. Dopo l’uccisione di quattro coloni a Hebron, uomini armati hanno teso un agguato a Ramallah all’auto su cui viaggiavano un colono israeliano e sua moglie, rimasti feriti nell’attacco. La
rivendicazione del braccio armato del movimento islamista, le Brigate dei martiri di Al Aqsa, non si è fatta attendere.

In questo contesto il presidente americano Barack Obama ha cercato di far ripartire un processo che porti alla pace entro un anno. L’incontro tra Netanyahu e Abu Mazen è tenuto al Dipartimento di Stato Usa e ha avuto inizio con una dichiarazione formale dei leader. A seguire un lungo scambio di vedute. I negoziati diretti sono stati lanciati da Obama alla Casa Bianca con i colloqui bilaterali e una cena, caratterizzati da incoraggianti proclami. Netanyahu ha affermato di voler mettere fine al conflitto in Medio
Oriente “una volta per tutte” e ha definito il presidente dell’Anp, Abu Mazen “il mio partner per la pace”.

“Ma bisogna difendere la pace dai suoi nemici”, ha aggiunto, ribadendo che non intende prorogare lamoratoria. Dopo il faccia di un’ora e mezza con il premier israeliano, Obama ha ricevuto per un’ora e tre quarti Abu Mazen. Al termine si è mostrato fiducioso: “Stiamo facendo progressi”, ha dichiarato all’uscita dallo Studio Ovale. L’auspicio del Papa – espresso personalmente da Benedetto XVI e dal segretario
di Stato Tarcisio Bertone al presidente israeliano Shimon Peres – è che “la ripresa dei contatti diretti aWashington aiuti a raggiungere un accordo rispettoso delle legittime aspirazioni dei due popoli e
capace di portare una pace stabile in terra Santa e in tutta la Regione”.