Berlusconi e Bossi, è un’asse anti-Fini

Berlusconi e Bossi insistono per le dimissioni di Fini dalla presidenza della Camera, ma per il momento – a quanto si apprende da ambienti del Quirinale – nessuna richiesta di un incontro da parte di rappresentanti dell’esecutivo è stata inviata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il presidente del Consiglio e il ‘senatur’ in una nota congiunta hanno giudicato “inaccettabili” i contenuti dell’intervento di Fini a
Mirabello: “Le sue parole sono la chiara dimostrazione che svolge un ruolo di parte ostile alle forze di
maggioranza e al governo, del tutto incompatibile con il ruolo super partes di presidente della Camera”.
Quindi, “il presidente Berlusconi e il ministro Bossi nei prossimi giorni chiederanno di incontrare il Presidente
della Repubblica per rappresentargli la grave situazione, che pone seri problemi al regolare funzionamento
delle istituzioni”.

Duro il commento del capogruppo di Futuro e libertà alla Camera, Italo Bocchino: “La decisione di chiedere formalmente le dimissioni del presidente della Camera è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri. La richiesta di Berlusconi e Bossi è strumentale, irrituale e irricevibile ed è gravissima sotto il profilo istituzionale, considerato che la terzietà riguarda il ruolo e non la personalità politica, riguarda la conduzione del ramo parlamentare presieduto e non la libera espressione dei propri convincimenti politici”.

Sugli sviluppi della
situazione interviene il ministro degli Esteri, Franco Frattini, secondo il quale il ricorso alle urne sarà inevitabile se i ‘finiani’ non voteranno in Parlamento i provvedimenti del governo: “I finiani sono chiamati a
dire se tradiscono gli elettori (come io mi auguro non accada) e in questo caso, è evidente che il ricorso alle
urne sarebbe l’unica conseguenza possibile”. Dall’opposizione Michele Ventura, vicepresidente vicario dei
deputati del Pd, rileva: “Non si è mai visto che il presidente del Consiglio e un ministro della Repubblica
si presentino dal Capo dello Stato per far liberare il posto da presidente della Camera. Berlusconi e Bossi,
non hanno proprio in mente quali siano le regole istituzionali”.

Il presidente Idv, Antonio Di Pietro sottolinea: “Vogliamo che Silvio Berlusconi salga al Colle per rassegnare il proprio mandato e andare a votare al più presto, perché il Paese si deve liberare non del presidente della Camera, ma del presidente del
Consiglio”. Il segretario Udc, Lorenzo Cesa, commenta: “Constatiamo con grande preoccupazione che
questo non è più il governo Berlusconi, ma il governo Bossi a cui aderisce Berlusconi”.