L’Inter riparte dal pari: 2-2 Campioni fermati dal Twente

ENSCHEDE – A voler ben guardare, l’Inter ha iniziato come lo scorso anno la sua avventura in Champions League. Allora arrivò uno 0-0 in casa col Barça, ieri un 2-2 sul campo del Twente. Certo, gli olandesi non sono la corazzata di Guardiola, ma non sono nemmeno una squadra da buttar via. Nel primo tempo spettacolo e grandi spazi su entrambi i fronti, nel secondo Twente che si accontenta, e alla fin fine, pure l’Inter. Le due facce dell’Inter, oggi, sono quelle di Eto’o e Milito: il primo è il più in forma, nonché l’autore del 2-2, il secondo è il meno in forma, nonché autore del 2-1, del Twente però. Il Principe è sfortunato, la devia nella sua porta e poi fatica. Prima, però, aveva propiziato il gol di Sneijder. Può bastare? Forse no. Due punti persi? Forse sì, per dei campioni d’Europa. Ma i nerazzurri tornano dall’Olanda anche con qualche segnale positivo. Quello negativo è l’infortunio di Pandev: da valutare, ma pare serio.


Si riparte, a livello di gol, da dove eravamo rimasti a Madrid: l’Inter passa in vantaggio con una azione “classica” di Milito. Il Principe entrando in area piazza la solita finta, mandando per terra il venezolano Rosales, poi tira secco e Mihaylov respinge centrale: Sneijder ha seguito l’azione e fa 1-0. Tutto in discesa? Non proprio, perché con due calci piazzati il Twente passa in vantaggio. Janssen prima trova il sette dal limite (fallo di Samuel su De Jong), poi costringe Julio Cesar a un “paratone”. Dall’angolo susseguente nasce il 2-1: batte ancora Janssen, in area piccola c’è una folla, Milito per anticipare Janko devia nella sua porta. Ma l’Inter non si abbatte più, Eto’o al 41’ conferma di essere il più in palla dei suoi: raccoglie una sponda di Pandev e da fuori area fa partire un rasoterra semplicemente perfetto, che si infila nell’angolino basso: 2-2.


Dieci uomini erano quelli di Madrid: la novità era Mariga, con Zanetti spostato in difesa. Ma diverse sembrano essere le priorità dei campioni d’Europa: se l’anno scorso la squadra rimaneva sempre compattissima e raramente lasciava spazi in fase difensiva, ieri talvolta si allunga, con Mariga che va a pressare anche troppo alto, lasciando scoperti Lucio e Samuel. Anche sulle fasce mancano i raddoppi sistematici, e Zanetti e Maicon sono costretti a difendere uno contro uno. Per questo motivo, specie nel primo tempo, piovono cross e calci d’angolo per gli olandesi. Di contro, però, almeno rispetto all’inizio della scorsa stagione la squadra arriva più facilmente a creare occasioni pericolose, nonostante Milito non sia ancora ai suoi livelli. Nemmeno Pandev, prima dell’Infortunio che lo toglie dai giochi, fa tantissimo, mentre Maicon è davvero recuperato. Ma i segnali migliori arrivano da Eto’o e Sneijder.


C’era il sospetto che il girone fosse livellato verso l’alto. Visto il Twente, che doveva essere la quarta forza, il sospetto è più che legittimo. Quella olandese è una bella squadra, che sa giocare il pallone e che conta su un paio di elementi decisamente superiori alla media. Il costaricano Ruiz rientra spesso a cercare il pallone e imposta la manovra o punta verso l’area: gran tecnica, buona velocità, tante aperture per le sovrapposizioni del terzino ‘vinotinto’ Rosales. De Jong, classe 1990, fa la punta “mascherata” dietro a Janko (poco attivo, una occasione enorme di testa mandata alta), è bravo a inserirsi e soprattutto a lavorare palla nello stretto: difende palla e rimedia due punizioni decisive. Chadli crea problemi sull’altra fascia, mentre Brama si attacca a Sneijder. Nel complesso la squadra di Preud’homme copre bene il campo e per un tempo riparte sfruttando gli spazi che gli concede l’Inter, spinta anche da un pubblico entusiasta per il debutto in Champions. Pubblico che dimostra di apprezzare il pareggio, che la squadra difende. Il Twente se la giocherà anche con Werder e Tottenham.

LE ALTRE GARE

Barça e Valencia a valanga Frena il Manchester United

ROMA – Nella prima giornata a gironi di Champions League, in campo anche le formazioni dei gruppi B, C e D. Vince il Barcellona, dopo essere andato sotto al Camp Nou contro il Panathinaikos. Solo pari per il Manchester United coi Glasgow Rangers, mentre Lione, Benfica e Copenhagen vincono in casa. Unico colpo esterno, quello del Valencia (4-0) col Bursaspor.

GIRONE B

Lione-Schalke 04 1-0. Nel girone sulla carta più equilibrato, il Lione semifinalista dell’ultima Champions League batte lo Schalke 04 1-0 e allontana la crisi dei 5 punti nelle prime 5 giornate di campionato. Notte fonda, invece, per i tedeschi di Magath, sempre sconfitti in questo inizio di stagione (4 gare 4 ko). La chiave del match ai minuti 21 e 38 del primo tempo: Moritz sbaglia un retropassaggio e Bastos batte Neurer con un perfetto pallonetto; un quarto d’ora più tardi brutta entrata di Howedes sul brasiliano e rosso diretto. Fin lì, Schalke più pericoloso con Farfan (super Lloris all’11’) in un match dominato dal pressing asfissiante. Lione più forte in mediana con Toulalan e Gourcuff, tedeschi “leggeri” in avanti, dove ancora manca l’intesa tra Raul e Huntelaar. Lo spagnolo, all’esordio in Champions con una maglia diversa da quella del Real, s’impegna ma non incide.

Benfica-Hapoel Tel Aviv 2-0. Il Benfica supera l’Hapoel Tel Aviv all’Estadio Da Luz e riscatta parzialmente il peggior avvio di stagione della sua storia, con una sola vittoria in quattro partite di campionato. Fra i migliori in campo il centrocampista portoghese Carlos Martins, imprendibile sulla destra, da lui partono le azioni più pericolose della squadra di Jorge Jesus. Dal suo piede scaturisce anche l’azione del gol che al 21’ porta in vantaggio il Benfica: Martins mette al centro per Luisao, il destro al volo del difensore brasiliano è imprendibile per Enyeama. Gli israeliani, all’esordio assoluto in Champions, hanno una buona reazione e, soprattutto in avvio di ripresa, creano qualche apprensione al portiere Roberto. Ma il raddoppio di Cardozo al 68’ chiude i conti: Maxi Pereira affonda sulla destra, entra in area e calcia, sulla ribattuta di Enyeama irrompe Cardozo che da pochi passi ribadisce in rete. Nel finale l’Hapoel sfiora il gol con un gran destro di Tamuz che si stampa sul palo.

GIRONE C

MANCHESTER United-RANGERS 0-0 — I Red Devils non riescono ad abbattere il muro di Glasgow ed escono dall’Old Trafford senza gol e con un solo punto. Gli scozzesi tengono il solo Miller davanti, con gli altri schiacciati a protezione dell’area.

Bursaspor-Valencia 0-4. Avrà anche perso tanto con le cessioni di Villa e Silva, ma il Valencia visto ieri ha messo in luce delle individualità niente male battendo 4-0 il Bursaspor. Su tutti Tino Costa, ex centrocampista del Montpellier, che entra in tutti e due i gol del primo tempo. Prima fulmina Ivankov con un sinistro dai 25 metri carico di effetto al 16’, poi inventa al 41’ una punizione a giro che colpisce la traversa. Arriva Aduriz, fino ad allora inesistente, e segna il 2-0 di testa. E poi da tenere d’occhio quel Pablo Hernandez che, svariando da una fascia all’altra, ha fatto letteralmente impazzire la difesa turca. Al 47’ ha cercato la giocata da campione: dribbling e tocco sotto da applausi, ma ha preso la traversa. Al 23’ della ripresa, però, l’ha messa dentro per il 3-0 con una puntata perfida che ha preso d’anticipo Ivankov. Il 4-0 arriva con un contropiede di Soldado. Il Bursaspor? Non sembra una squadra turca. Nel catino dell’Ataturk non aggredisce gli avversari e non mostra grinta nemmeno nel tenerli lontano dalla propria area.

GIRONE D

Barcellona-panathinaikos 5-1 — Al Camp Nou è passerella azulgrana, il Panathinaikos viene sacrificato sull’altare del riscatto Barça dopo il black out patito contro l’Hercules in campionato. I greci battono ogni record: non toccano palla per 20’, ma nella prima occasione in cui superano la metà campo vanno in gol addirittura su rilancio del portiere: azione a tre tocchi, il geniale colpo di tacco di Cissé mette Govou davanti a Valdes, il francese non si emoziona. Due minuti dopo, però, è Xavi a disegnare un assist capolavoro per Messi, l’argentino ci mette il piatto dolce e fredda Tzorvas. La prima mezzora scorre via con un possesso palla Barcellona quasi imbarazzante (80%) e la naturale conseguenza della pressione azulgrana è il gol del 2 a 1: da azione di calcio d’angolo Busquets prolunga di testa, “falco” Villa, appostato sul secondo palo, deve solo depositare in rete. Prima della fine del primo tempo, la gemma azulgrana: doppio scambio Messi-Xavi-Pedrito, l’argentino si presenta in area dopo due triangoli d’antologia e saluta Tzorvas. E’ 3 a 1 all’intervallo. Il secondo tempo è la sagra del gol sbagliato per il Barça, con tanto di rigore fallito da Messi. L’argentino, però, è in vena di stupire e al 33’ inventa una conclusione dalla linea di fondo: il pallone sbatte su entrambi i pali e finisce sui piedi di Pedro. E’ il 4 a 1 che chiude la gara, anche perché nella ripresa i greci, che dovrebbero recuperare, non tirano mai in porta. E proprio prima del triplice fischio di Rizzoli, l’ennesima giocata da marziano di Messi, che scucchiaia un pallone al miele per Dani Alves, il brasiliano si permette un pallonetto di testa.

COPENHAGEN-RUBIN KAZAN 1-0 — Gol sbagliato, gol subito. Il Rubin Kazan sfiora il colpaccio a 5’ dalla fine, ma è il Copenhagen a segnare con N’Doye per la gioia dei tifosi di casa.