Elezioni in Afghanistan, otto bambini uccisi dai talebani

KABUL – Le elezioni legislative hanno indubbiamente rappresentato un segno di speranza per un futuro migliore in Afghanistan, ma una martellante violenza continua a ricordare la dura realtà di un interminabile conflitto in cui i civili pagano un elevato tributo di sangue. L’ultimo episodio riguarda otto bambini morti ieri quando il razzo inesploso col quale stavano giocando, sparato quasi certamente dai talebani, è scoppiato.
In un comunicato diffuso ieri, il ministero dell’Interno afghano ha sostenuto che i bambini sono morti nella provincia settentrionale di Kunduz a seguito di una azione “anti-islamica ed inumana”. La tragedia è avvenuta nel distretto di Aliabad dove i talebani avevano lanciato diversi razzi contro un seggio elettorale.

Secondo la ricostruzione del capo distretto, Habibullah Mohtashim, “sette dei bambini sono morti sul colpo e un altro è deceduto mentre lo stavano portando in ospedale”. Mohtashim ha detto che il razzo che ha ucciso i bambini potrebbe essere stato uno di quelli lanciati dai talebani e rimasto inesploso oppure potrebbe essere stato piazzato lì per un attentato mai avvenuto.

I bambini avevano tra i dieci e i 13 anni. Intanto, il presidente della Commissione elettorale indipendente (Iec), Fazad Ahmad Manawi, ha confermato che circa quattro milioni di persone si sono recate a votare per il rinnovo della Wolesi Jirga (la Camera Bassa), con una affluenza valutata al 40%, ma allo stesso tempo ha rivelato che tre scrutatori sono stati uccisi ed altri 30 sono rimasti feriti in varie province del paese. I tre erano stati sequestrati sabato dai talebani nel distretto di Chemtal, dopo l’apertura dei seggi per le elezioni per la Camera bassa.

“Bisogna tenere presente che si tratta soltanto di stime – ha detto Alessandro Parziale, capo missione della organizzazione statunitense di osservatori Democracy International – anche se esse permettono di dare una prima valutazione positiva di un voto che si è tenuto nella difficile situazione di sicurezza esistente in Afghanistan”.

In questo senso si è espresso anche il presidente Hamid Karzai che ha chiesto agli organismi competenti di accelerare lo spoglio ed il controllo dei voti per arrivare al più presto possibile ad un annuncio ufficiale dei risultati. “Il secondo voto degli afghani nell’era democratica – ha sostenuto il capo dello Stato in un comunicato – è stato un passo da gigante per il rafforzamento della democrazia afghana”.
Fonti ufficiali e militari afghane ed internazionali hanno sottolineato che le statistiche mostrano come le azioni offensive dei talebani siano diminuite rispetto a quanto da essi prodotto in occasione delle presidenziali dell’agosto 2009, sul piano numerico e anche della spettacolarità. Al riguardo il capitano William Powell della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) ha fornito i risultati del monitoraggio della giornata elettorale, da cui risulta che nel complesso i cosiddetti “incidenti di sicurezza” sono stati 580 fra sabato mattina e ieri.

Powell ha ricordato che nelle presidenziali del 2009 “gli attacchi degli insorti erano stati 479, mentre ieri hanno raggiunto quota 294, ossia 185 di meno”. Se alle operazioni offensive dei talebani che non sono state tutte dirette contro i seggi elettorali, ha concluso, si aggiungono le iniziative di sicurezza di esercito e polizia afghani e dell’Isaf, “si ha un totale di 580 incidenti di sicurezza in 24 ore”. Nessuno sa quante persone, tra militari, agenti, civili e talebani abbiano perso la vita nelle violenze che hanno segnato le operazioni di voto in praticamente tutte le province afghane ma certamente, assicurano fonti giornalistiche, si tratta di molte decine, a cui se ne sono aggiunte altre ieri, come gli otto bambini morti vicino Kunduz.