La Lazio frena il Milan

ROMA – Un pari giusto, alla fine di una partita bella ed intensa, senza un attimo di respiro. Lazio e Milan chiudono sull’1-1 – reti di Ibrahimovic (primo centro in campionato) e Floccari nella ripresa – ed escono dall’Olimpico sulle ovazioni di un pubblico finalmente delle grandi occasioni.

L’aquila voluta dal presidente Lotito, che prima dell’incontro sorvola il prato, è il giusto prologo alla fierezza dello scontro che seguirà. Contrasti duri, ma sempre nei limiti del fair play (ammonito il solo Gattuso), giocatori alla fine in preda ai crampi, dopo aver dato tutto (o quasi, vedi Ronaldinho). Il pareggio consente alla Lazio di confermare quanto di buono mostrato a Firenze e salire a 7 punti (quarta, con il Catania), mentre il Milan si ferma due punti più giù.


La squadra di Allegri resta un cantiere aperto e non traduce in pericoli sotto porta il maggior tasso tecnico.
Rispetto al successo con la Fiorentina, Reja ridisegna la formazione. Esordisce dal primo minuto il 19enne Luis Cavanda. In campo dall’inizio anche Foggia. Tornano da infortunio Brocchi e Floccari, Lichsteiner e Rocchi in panchina. Nel Milan Gattuso per l’indisponibile Ambrosini, in difesa Abate prende il posto di Antonini e Zambrotta si sposta a sinistra. Due occasioni a testa sono la sintesi di un primo tempo, equilibratissimo. I rossoneri partono più determinati e già al 7’ Ibrahimovic si costruisce una palla gol sfruttando il passaggio di Ronaldinho deviato da Biava. Ma Muslera, benché coperto, è bravo a respingergli il tiro. Lo svedese si ripete 11’ dopo, ma Muslera è ancora attento.


La Lazio si scuote lentamente dall’iniziale tensione e guadagna metri, soprattutto grazie all’azione dei centrocampo. Tra i rossoneri Ibra si intestardisce spesso nel dribbling, Boateng corre molto, Ronaldinho assai meno. Al 27’ Hernanes (uno dei migliori in campo) impegna Abbiati su punizione. Ci riprova dopo aver saltato Thiago Silva, ma è impreciso. Al 34’ il brasiliano serve Mauri, tiro angolato, Abbiati ci mette un piede.
Dopo il riposo la Lazio torna in campo ancor più determinata e decisa a non mollare un centimetro di terreno. All’11’ numero di Floccari che con un ‘sombrero’ si libera di Gattuso, ma poi tira centralmente e per Abbiati, sempre molto attento, è normale amministrazione.


La partita si gioca soprattutto a centrocampo, dove Pirlo non dà l’impressione di essere in grande serata. Allora ci pensa Seedorf ad inventare la palla vincente. Proprio in uno dei momenti migliori dei biancocelesti, l’olandese trova un varco centrale nelle difesa avversaria. Ibrahimovic ci si infila, brucia Dias, Biava è in ritardo e Muslera non può farci nulla. Ma è ora che si vede lo spirito che anima questa Lazio di Reja. Fuori Foggia, dentro Rocchi. Per una decina di minuti i padroni di casa restano scossi, poi contengono e ripartono, senza dare al Milan il tempo di consolidare psicologicamente il vantaggio. Flamini prende il posto di Gattuso, Reja si gioca anche la carta Zarate (per Mauri). Ed al 35’ la Lazio raccoglie il giusto premio. La discesa di Hernanes (in crescendo) taglia la difesa, Nesta è molle nel contrasto e la palla arriva a Floccari per la deviazione vincente. E’ il 35’ e c’é ancora tempo per una traversa scardinata da Zambrotta con un bolide da fuori area. Abbiati respinge l’ultimo assalto di Hernanes. E’ 1-1. Giusto così.