Inchiesta sui rifiuti in Abruzzo, arresti e dimissioni

L’AQUILA – Si tratterebbe di una delle più grosse inchieste sui rifiuti mai fatta in Italia, quella che ieri ha portato agli arresti domiciliari per corruzione, peculato ed abuso d’ufficio, l’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Lanfranco Venturoni. La Procura della Repubblica di Pescara, guidata da Nicola Trifuoggi, ci starebbe lavorando da circa due anni. Con Venturoni è finito ai domiciliari anche un imprenditore leader del settore, Rodolfo Velentino Di Zio.


Secondo indiscrezioni, nell’indagine sarebbero coinvolte almeno altre dieci persone, con nomi eccellenti del panorama politico regionale e nazionale di centrodestra. Ad affiancare Trifuoggi, i pm Gennaro Varone ed Annarita Mantini. Guido Campli il gip che ha disposto le misure cautelari. Gli arrestati, secondo la Magistratura, avrebbero tentato di realizzare un inceneritore.


Sarebbero in tutto 12 le persone raggiunte da avviso di garanzia. Tra i destinatari del provvedimento anche i senatori del PdL, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ai quali viene contestato il reato di corruzione, e l’ex assessore regionale all’Ambiente, Daniela Stati, che deve rispondere di favoreggiamento. Tra le accuse ipotizzate, a vario titolo, dai magistrati c’è anche l’istigazione alla corruzione.


Venturoni è entrato nell’inchiesta in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione della Team spa, società a partecipazione pubblica per la gestione dei servizi ambientali municipali di Teramo.
Secondo le risultanze dei Magistrati, Venturoni avrebbe favorito la società Deco dei fratelli di Di Zio, per la realizzazione di un termovalorizzatore a Teramo. Agli arresti domiciliari, per Venturoni si ipotizzano i reati di corruzione e peculato.


La notizia è arriva all’Emiciclo, dove la maggioranza sceglie la linea di far venire meno il numero legale, facendo saltare le due sedute dell’Assemblea regionale. La Conferenza dei capigruppo, valutando la delicatezza del momento, ha convocato una doppia seduta per martedì prossimo, con il Governatore Gianni Chiodi chiamato a riferire sull’affaire rifiuti e sui risvolti politici del ciclone giudiziario.


La Giunta Chiodi perde così il suo secondo pezzo, dopo Daniela Stati, coinvolta sia in una ‘’costola’’ dell’inchiesta rifiuti per Abruzzo Engineering, sia sull’attuale per favoreggiamento. Come se non bastasse, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente ha rassegnato le dimissioni da vice commissario vicario alla ricostruzione, con delega all’assistenza alla popolazione. Le dimissioni sono contenute in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e al commissario delegato alla Ricostruzione, Chiodi. “Rimetto l’incarico – ha scritto – ringraziando per la fiducia accordatami. Questa decisione, sofferta, che arriva dopo mesi di durissimo lavoro, condotto con lealtà e spirito di collaborazione con il Governo e il Commissario delegato, è dettata dal fatto che, in seguito alla nomina del nuovo vice commissario, vedo un preoccupante accentuarsi dello stato di confusione, ripetutamente da me segnalato, e difficoltà nella governance di gestione dell’emergenza e del processo di ricostruzione”. “Ritengo che la nomina di un ulteriore vice commissario, senza porre problemi sulla persona, sia un appesantimento della struttura, di cui si è rivelata l’indeterminatezza dei ruoli, con conseguenti difficoltà di gestione. Questa circostanza pone problemi funzionali che andranno a rendere ancora più difficile il percorso che ci attende. Pertanto, al fine di favorire un’auspicabile, maggiore chiarezza su compiti e funzioni in una preoccupante commistione di ruoli politico-istituzionali e tecnici, ritengo che il mio gesto possa essere utile nell’interesse della città dell’Aquila, dei Comuni del cratere e della stessa struttura commissariale”.


Cialente ha aggiunto che “io sono il sindaco eletto dai cittadini e sento il dovere e la responsabilità di onorare fino in fondo il mandato che mi è stato assegnato. E’ per loro esclusivo interesse – ha osservato – che devo lavorare, tanto più nel momento più drammatico della storia del capoluogo d’Abruzzo. E’ con loro che dovroò affrontare le battaglie e le sfide che ci attendono, guidando un processo difficile e affrontando un percorso che è ancora tutto in salita”. “Questo il mio compito – ha affermato il sindaco – ed è questo il mio ruolo, poiche’ io sono espressione della volonta’ dei cittadini e non di logiche di palazzo”. “Per queste ragioni, come Sindaco dell’Aquila – ha concluso Cialente – lavorerò alla ricostruzione e, nel contempo, assicurerò tutta la mia collaborazione e tutta l’esperienza da me maturata in questi terribili mesi, con immutata lealtà e amicizia. Ringrazio, nel lasciare questo incarico, tutti coloro che, con grande spirito di servizio, hanno collaborato con me nel difficilissimo compito dell’assistenza alla popolazione, certo che tutti i miei collaboratori e tutti i dipendenti continueranno a lavorare con pari dedizione”.

REAZIONE DEI VERDI


“La sinistra si riscatti e Chiodi si dimetta”

L’AQUILA – ‘’Mentre all’Aquila esplode la rabbia dei cittadini organizzati in Comitati per la mancata ricostruzione della città, la Giunta regionale di centrodestra è sempre più al centro di inchieste giudiziarie che coinvolgono pesantemente suoi esponenti di primo piano’’. Apre così un comunicato congiunto del presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e del capogruppo in Consiglio regionale d’Abruzzo, Walter Caporale, che punta il dito sul fatto che ‘’è noto da tempo come intorno allo smaltimento dei rifiuti ruota il malaffare, in un intreccio inestricabile di politica, imprenditoria e, sempre più frequentemente, criminalità organizzata’’.


‘’Forse è meno noto che in Abruzzo, e specialmente in Provincia di Teramo – fanno notare i due Verdi – sia così esteso questo fenomeno’’. ‘’In Abruzzo il centrodestra ha fallito – continuano Bonelli e Caporale – Questa nuova inchiesta, dopo quelle sulla sugli appalti del G8 e sulla ricostruzione della città dell’Aquila, dimostra un pericoloso intreccio di politica e malaffare che rischia di trasformare questa regione in una pattumiera e di gettarla nelle mani della criminalità come purtroppo è già accaduto per altre civili regioni del Mezzogiorno’’.


‘’Siamo certi – si legge ancora nel comunicato – che gli abruzzesi avranno la forza per dire no agli inceneritori ed alla corruzione che vi si lega indissolubilmente, così come siamo certi che gli aquilani saranno in grado di riprendere nelle proprie mani il destino della loro città, rifiutando i ‘santi’ che calano dall’alto del cielo romano’’. ‘’E’ compito delle forze politiche di centrosinistra – esortano infine Bonelli e Caporale – saper rappresentare queste forze sane, prendendo innanzitutto coscienza dell’emergenza morale e democratica in cui versa la Regione e quindi chiedendo le dimissioni del Governatore Gianni Chiodi’’.

REAZIONE DEL PDL


H2>“Si è aperta la caccia ai politici del nostro partito”

L’AQUILA – ‘’Esprimo vicinanza e solidarietà a Venturoni, ai colleghi senatori Di Stefano e Tancredi ed al sindaco Brucchi. Le procure abruzzesi di L’Aquila e di Pescara hanno intrapreso tra loro una vera e propria gara a caccia degli uomini del Pdl, sostituendo i fatti con delle fantasie. Si sono alzati in volo gli avvoltoi del centro sinistra sperando di sentire odore di cadaveri eccellenti’’. E’ quanto dichiara con una nota il senatore Pdl, Andrea Pastore.


‘’Dopo il flop dell’inchiesta aquilana sull’assessore Stati (comunque dimessa dalla sua carica ‘manu militari’) e di quello su Abruzzo Engineering – prosegue Pastore – tocca ad un galantuomo qual è l’assessore Venturoni, provare l’umiliazione di una pena restrittiva, proprio lui impegnato a rivoluzionare con il presidente Chiodi, e con l’intero centro-destra, la Sanità abruzzese vero cancro del sistema Abruzzo. Si vuole forse che anche Venturoni tolga il disturbo?


Mi auguro che quella parte della magistratura abruzzese più responsabile consideri che così operando si rischia di disonorare chi senza colpe esercita il mandato politico ma anche di rinviare ‘sine die’ il momento in cui l’Abruzzo potrà riprendere il cammino dello sviluppo. Si faccia presto a chiarire i fatti contestati agli inquisiti, ma sin da ora posso testimoniare che il presunto favore ricevuto da Forza Italia per la locazione della sua vecchia sede di Pescara è assolutamente inesistente e sarebbe stato facilissimo verificarne l’infondatezza con un semplice accesso di polizia giudiziaria. Se di questo livello sono anche gli altri fatti contestati credo che l’inchiesta non abbia le gambe per camminare e che il centro-destra, ed in primis il presidente Chiodi dovranno continuare, senza tentennamenti o esitazioni nel percorso intrapreso’’.

GLI AVVISI DI GARANZIA

Tancredi: “Spiegheremo tutto”

L’AQUILA – ‘’Metto tutte e due le mie mani sul fuoco sull’integrità morale dell’assessore Venturoni; entrambi abbiamo sempre fatto le cose in completa trasparenza. Mi sento di poter dire che, a parte perché lo conosco e perché conosco le vicende, non c’è niente che non possa essere tranquillamente spiegato’’. Il senatore PdL Paolo Tancredi, replica così alla notizia di un avvio di garanzia nei suoi confronti, emesso dal gip di Pescara nell’ambito dell’inchiesta su tangenti per la realizzazione di un impianto di bioessicazione a Teramo, che ha portato agli arresti domiciliari l’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Lanfranco Venturoni. ‘’Sulla mia posizione – chiarisce Tancredi – non posso parlare perché non conosco nulla, aspetto le carte. Sono tranquillo e sereno. Ovvio, sto ricevendo un avviso di garanzia, ma credo che avrò modo di chiarire’’.

Di Stefano: “Sono tranquillo”

L’AQUILA – ‘’Sono stato raggiunto da un avviso di garanzia le cui motivazioni vengo a conoscere dagli organi di stampa. Se siano queste o altre poco mi importa, perché in questa e in qualunque altra vicenda sono assolutamente tranquillo e sereno, non avendo mai in alcun modo compiuto atti che violino le leggi’’. Lo ha fatto sapere il senatore Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore PdL in Abruzzo, il cui nome compare nell’inchiesta della Procura di Pescara sulla realizzazione di un inceneritore a Teramo, sfociata in dodici avvisi di garanzia e, ieri, all’arresto dell’assessore alla Sanità della Regione, Lanfranco Venturoni. Di Stefano ha quindi aggiunto: ‘’Chi mi conosce sa della mia dignità e moralità, continuerò pertanto ad andare avanti fiero e a testa alta.