Fiat: “Senza l’impegno formale dei sindacati non si parte”

ROMA – Senza ‘’l’impegno formale’’ dei sindacati, il progetto ‘Fabbrica Italia’ resta nel cassetto. La Fiat lo dice chiaramente: senza ‘’non partirà’’. Lo fa in occasione del tavolo convocato a Roma con le organizzazioni dei metalmeccanici. E a loro torna a chiedere l’assunzione di ‘’precise responsabilita’’’, un ‘’quadro di certezze’’ ed ‘’un elevato livello di garanzia’’ per la ‘’governabilità’’ degli stabilimenti e l’utilizzo degli impianti. Lo richiedono, spiega, ‘’l’importanza delle scelte sui nuovi modelli’’ da destinare ai vari siti ed ‘’il volume’’ degli investimenti: 20 miliardi di euro per ‘’consolidare e rilanciare’’, sottolinea il Lingotto, la struttura produttiva nel Paese.


A queste condizioni è legato l’avvio, ancor prima della riuscita, del progetto. Un progetto su cui le parti si sono ritrovate ieri, nella sede di Confindustria, per fare il punto. Cinque ore di confronto – guidato per la Fiat dal responsabile delle relazioni industriali del gruppo, Paolo Rebaudengo – a cui hanno partecipato tutte le sigle dei metalmeccanici, Fiom compresa.


Sul tavolo, innanzitutto ‘’una verifica’’ – come la definiscono gli stessi sindacati – sulla disponibilità a procedere, dopo l’accordo di Pomigliano. La Fim assicura la sua, ma a patto che ‘’prima’’ vadano definiti, sito per sito, investimenti, produzioni e tempi. ‘’Poi l’accordo’’, afferma il segretario generale Giuseppe Farina. Il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, si dice non soddisfatto dell’incontro.


– La Fiat – sostiene – non ha ancora scoperto le carte perchè vuole ancora verificare la nostra determinazione ad andare avanti. C’è, ma prima vogliamo conoscere nel dettaglio il progetto Fabbrica Italia’’.
Entrambe le sigle, insieme alla Fismic, comunque sottolineano la ‘’non procrastinabilità’’ dell’avvio del progetto Fabbrica Italia e chiedono ‘’l’apertura, in tempi brevi, dei tavoli sindacali sui vari stabilimenti’’.

Anche la Fiom parte dalla premessa di avere ‘’chiarezza sul piano industriale’’ e manifesta la ‘’disponibilità a discutere, senza però mettere in discussione i diritti e le libertà delle persone, nel rispetto del contrato e delle leggi’’, dice il numero uno Maurizio Landini, che però avverte:
– La Fiat ha detto che non esclude soluzioni che potrebbero andare anche oltre Pomigliano e che la derogabilità del contratto nazionale sia sufficiente a rispondere alle sue esigenze.
– La Fiat ha chiarito che non ci sarà una Pomigliano dappertutto – assicura invece Farina. Mentre la Fismic, con il segretario generale Roberto Di Maulo, identifica in Pomigliano ‘’l’esempio, la svolta. Un modello che è la stella polare’’, lo ‘’spirito da estendere agli altri stabilimenti’’.


Nei prossimi giorni, dice ancora, ‘’ci incontreremo nuovamente con l’azienda, credo a partire dallo stabilimento di Cassino e, poi, di Mirafiori’’. L’Ugl assicura la sua disponibilità ‘’formale e sostanziale’’, ma anch’essa chiede chiarimenti su investimenti e modelli. Posizioni che la Fiat ora valuterà.