Le regioni: metodo sbagliato, ma andiamo avanti

ROMA – L’accorpamento in un solo decreto dei due provvedimenti riguardanti il fisco regionale e quello su costi standard in sanità non è piaciuto affatto ai presidenti delle Regioni che oggi hanno assistito all’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del testo, e si sono quindi trovati, di fatto, di fronte ad una accelerazione che non si aspettavano.

Anche Roberto Formigoni, presidente della Lombardia che ‘’crede pià di tutti nel federalismo’’, definisce i decreti ‘’un fatto significativo e importante’’, ma – dice – sarebbe stato preferibile sviluppare un confronto su costi standard prima del passaggio in Cdm.
– Non condividiamo ciò che è stato fatto dal governo sotto il profilo del metodo e dunque dei rapporti: solo 48 ore fa, nell’incontro con i ministri competenti, avevamo definito un metodo di lavoro che non prevedeva la riunificazione dei due decreti – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, in una improvvisata conferenza stampa che ha tenuto accanto agli altri colleghi governatori in una pausa dei lavori della Conferenza.
– Quella del Governo è stata una scelta unilaterale ed è stato utilizzato un metodo che non condividiamo – ha aggiunto, precisando che le Regioni pongono altre due questioni non risolte: la definizione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e dei Lep (Livello essenziali delle prestazioni) e il rapporto con la manovra. E lo stesso vicepresidente della Conferenza, Michele Iorio (Pdl), poco prima di Errani, aveva ammesso che l’approvazione del decreto ‘unico’ da parte del Cdm ‘’è una sorpresa, anche se ormai ci siamo abbastanza abituati alle novità’’.
– Le Regioni hanno dimostrato di aver accettato lealmente e per intero la sfida del federalismo, mentre il Governo sembra essere combattuto tra la costruzione di un modello di Stato equo e che funzioni e l’esigenza di rifornire di consenso un partito importante della maggioranza che è la Lega – ha lamentato il presidente della Basilicata, Vito De Filippo.


Di ‘’nessun rispetto per la ‘dignità’ delle Regioni, e di nessuna concretezza sulle ricadute del provvedimento’’, ha parlato il governatore delle Marche, Gian Mario Spacca. E la presidente dell’Umbria Catiuscia Marini si dice perplessa per il fatto che il governo abbia messo insieme ‘’due temi delicati’’, come il federalismo e i costi standard per la sanità. Duro il governatore della Toscana Enrico Rossi, che accusa il governo di gestione ‘’centralista’’ proprio sulla questione del federalismo. Una forte critica è arrivata anche dal presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, secondo il quale ‘’lo schema di decreto sul federalismo fiscale pregiudica gravemente l’autonomia della Regione ed è stato assunto in violazione del dialogo aperto dalle Regioni con i ministri competenti’’.


I governatori, tuttavia, non vogliono chiudere la porta al dialogo, ne’ vogliono rimanere fuori dalla partita. La governatrice del Lazio sintetizza bene questo concetto.
– C’è la volontà da parte della Conferenza delle Regioni di rimanere interlocutore, e questo è un fatto positivo anche riconoscendo i passi avanti rispetto al decreto sulla fiscalità – ha sostenuto Renata Polverini – e mi pare che, al di là del metodo, abbiamo deciso di andare avanti con assoluta convinzione.