Per la cittadinanza giurare fedeltà allo Stato ebraico

GERUSALEMME – Ignorando un fuoco incrociato di critiche, da sinistra ma anche da destra, il governo del premier Benyamin Netanyahu ha approvato un contestato emendamento alla legge sulla cittadinanza che impone a ogni non ebreo che chiede di divenire cittadino di giurare non solo fedeltà allo Stato, come è avvenuto finora, ma anche a Israele in quanto ‘’ebraico e democratico’’.


L’emendamento, caldeggiato dal partito di estrema destra Israel Beitenu guidato dal ministro degli esteri Avigdor Lieberman, ha apparentemente il fine di ostacolare tra l’altro l’acquisizione della cittadinanza alle migliaia di palestinesi dei territori occupati sposati ad arabi israeliani. Intanto il ministro dell’interno Eli Ishai ha annunciato che è in preparazione anche una proposta di legge volta a negare la cittadinanza a chi dia prova di slealtà allo Stato. Un’accusa frequentemente rivolta dalla destra radicale ai deputati dei partiti arabi. L’emendamento e’ stato approvato da 22 ministri e ha avuto il voto contrario dei cinque laburisti e di tre del Likud. Per divenire legge dovrò essere votato dalla Knesset in tre letture. Prima che ciò avvenga però, sono possibili alcune modifiche.


Una commissione di ministri, su proposta del ministro della giustizia Yaacov Neeman, dovrà infatti valutare l’opportunità di estendere questa formula di giuramento anche agli ebrei che si stabiliscono in Israele sulla base della Legge del Ritorno, che conferisce a ogni immigrato la cittadinanza automatica. Ciò al fine di evitare accuse di razzismo.


Il ministro della difesa e leader laburista Ehud Barak, che ha votato contro l’emendamento, ha proposto che alla formula di giuramento siano aggiunte anche le parole ‘’nello spirito della Dichiarazione di Indipendenza’’, che fa espresso riferimento anche all’uguaglianza tra tutti i cittadini.