Dopo due mesi il grande giorno è vicino I minatori sono pronti a rivedere la luce

Se tutto va bene, per i 33minatori intrappolati a San Josè domani sarà la giornata in cui dire ‘adios’ all’inferno di una vita trascorsa per più di due mesi sepolti a 700 metri di profondità. Per questo, iminatori stanno aumentando il flusso di oggetti personali inviati in superficie: in altre parole, il gruppo sta facendo le valigie per tornare a casa. Dopo l’ondata delle emozioni di domenica, a seguito del completamento del pozzo che ha raggiunto i minatori, tra i familiari dei 33 è stata una domenica di ottimismo ed ‘esperanza’ in vista dell’arrivo dell’ora X: previsto “intorno a mercoledì”, ha ribadito il ministro delle risorse minerarie, Laurence Golborne, augurandosi che “il prossimo fine settimana i 33 possano passarlo a casa e in famiglia”.

E da quando la trivella ha sfondato l’ultimo diaframma del pozzo da cui risaliranno, per il minatori in pratica è cambiato tutto, secondo quanto ha detto il ministro della sanità cileno Jaime Manalich. “Dormono di meno, fanno meno domande, da quanto ho potuto capire per i 33 tutto è cambiato”, ha detto. Manalich non nasconde però quella che sarebbe una situazione ‘da incubo’ per i soccorritori, e cioè un possibile malore di uno dei 33 durante il ‘viaggiò nella capsula”.

Se ciò dovesse capitare avremo due sole opzioni: o acceleriamo la velocità della cabina verso l’uscita, oppure la rimandiamo giù, fatto che dipenderà dalla posizione del ‘gabbiotto’, ha spiegato. Fin da oggi, si afferma a Santiago, il presidente Sebastian Pinera sarà alla miniera. Sul terreno i soccorritori rimangono impegnati nella collocazione di grossi tubi di acciaio lungo una parte del tunnel che a arriva fino al punto in cui si trova il gruppo. A essere rivestita sarà solo la prima parte del pozzo (96 metri su una lunghezza totale di 622), nel settore di terreno più friabile, a rischio quindi di eventuali sfaldamenti.