NY, Cuomo e Paladino: due italiani per una città

NEW YORK – La battaglia per la poltrona di governatore dello stato di New York è uno scontro tra italiani. E oggi sia il democratico Andrew Cuomo che il repubblicano, e campione dei Tea Party, Carl Paladino, rivendicheranno le loro origini partecipando alla sfilata per il Columbus Day per le vie della città più italoamericana d’Oltreoceano. Ma per età, origini sociali e orientamento culturale e politico i due uomini, sottolinea il ‘New York Times’, rappresentano in modo antitetico la loro italianità.

Il 53enne attorney general dello stato di New York, e già ministro dell’amministrazione Clinton, Cuomo ha ereditato dal padre Mario, che è primo governatore italiano dello stato dal 1983 al 1995, non solo la passione per la politica ma anche il desiderio di allontanarsi dagli stereotipi dell’italiano mafioso, gangaster o per lo meno traffichino, cristallizzato dalla serie tv i ‘Soprano’. Tanto che, in questi mesi di campagna elettorale, si è arrabbiato quando in un articolo è stato definito un «politico da doppio espresso» e si è opposto all’idea di aver una squadra troppo piena di candidati dai nomi italiani.
– La gente penserebbe che vogliamo aprire una pizzeria – ha scherzato con un amico Andrew che con le nozze con Kerry Kennedy, dalla quale ha divorziato nel 2003 dopo 13 anni di matrimonio e tre figlie, si è legato con la più famosa e glamour famiglia democratica d’America.

All’opposto il 64enne immobiliarista miliardario di Buffalo, che ha sconfitto a sorpresa alle primarie repubblicane un altro italiano, Rick Lazio, molto più moderato e gradito all’establishment, anche grazie ai suoi modi e toni arrabbiati di uomo d’affari che è arrivato al successo senza dimenticare gli anni della discriminazione degli italiani. Come quando suo padre, arrivato dal Molise a sei anni, dovette cambiare il suo nome da Belisario a Bill. Se Andrew rifugge ogni stereotipo, Carl invece li ostenta: saluta tutti i suoi collaboratori baciandoli sulla guancia, spesso pronuncia frasi in italiano e considera uno dei suoi principali successi l’essere entrato nel Big Timers, il club esclusivo per gli italiani di Buffalo.

– Come italiani sono all’opposto – spiega Guy Molinari, ex presidente del boroughs ad altissima densità di italiani di State Island, repubblicano che conosce bene gli umori e le inclinazioni politiche della comunità italiana di New York, confutando però l’idea che Paladino, con il suo parlare a voce alta e a volte in modo esagerato, rappresenti l’italianità più del più riflessivo e ponderato Cuomo. Carta su cui invece l’immobiliarista intende insistere, avendo avanzato anche l’idea durante un’intervista che Cuomo in fondo non sia un vero italiano. E il repubblicano, la cui vittoria alle primarie ha preoccupato non poco l’establishment Gop per le sue posizioni estremiste, quanto mai controproducenti in uno stato a maggioranza democratica, senza contare le e-mail razziste e pornografiche che ha inviato ad amici, sembra intenzionato a giocare pesante.Tanto da arrivare ad accusare Cuomo padre di essere stato infedele alla moglie Matilda che – stando a quanto ha dichiarato Andrew – avrebbe risposto con saggezza siciliana: «Passa ci sobre (in dialetto nel testo del Times), passaci sopra, è solo spazzatura».