La Juve travolge il Lecce

TORINO – Gol, spettacolo e tre punti: la Juventus sembra aver imboccato la strada giusta, dopo i confortanti pareggi di Manchester e Milano. La squadra di Del Neri travolge il Lecce con quattro gol che avrebbero potuto essere il doppio. Ma soprattutto, si dimostra convincente in tutti i reparti, guidata dal devastante Krasic che da solo apre le difese, fornisce assist in quantità industriale e risulta pressoché imprendibile.

Al serbo è mancato solo il gol ma ci è andato vicinissimo e nella prima occasione la sua imprecisione di centimetri è stata rattoppata da Quagliarella, che ha ribattuto a porta vuota, mentre nella ripresa ha fornito da campione la palla del gol più bello a Del Piero, senza indugiare in discutibili personalismi. Ma la Juve non ha solo trovato il suo campione assoluto (che comincia a essere martoriato dai falli), bensì pure altri uomini importanti, da Aquilani che si avvia a diventare il leader di centrocampo, a Melo, che si conferma letteralmente trasfigurato rispetto all’anno scorso. Adesso il centrocampo bianconero, con questi tre big, può davvero competere con quello delle grandi.


Ieri ha anche convinto la difesa: è vero che il Lecce ha messo qualche brivido all’avversario solo per una mezzoretta, ma l’attenzione costante per tutta la partita, soprattutto contro avversari rapidi e mobili, è un fatto nuovo in casa bianconera. I problemi sussistono ancora in prima linea, dove un Amauri formato paracarro e il Quagliarella impreciso e velleitario del primo tempo non sono la risposta migliore alle iniziative di Krasic, che ogni volta che tocca palla crea qualche situazione interessante. Ma la crescita graduale e costante della squadra autorizza a pensare che Del Neri renderà più efficaci anche i meccanismi offensivi, comunque legati alla condizione atletica di Amauri e a quella fisica di Iaquinta (ieri in tribuna), troppo soggetto a malanni di tutti i generi.


Il Lecce ha cominciato la partita con uno spigliato 4-3-2-1, per non dare punti di riferimento alla Juve e pungerla con veloci ripartenze. Ma è andato vicino al gol solo in una occasione, quando una deviazione maligna di Corvia su tiro di Olivera ha costretto Storari agli straordinari. Ma è stato un fuoco di paglia. Trafitti dal primo tiro in porta (Aquilani dal limite), i pugliesi hanno trovato grandi difficoltà a organizzare il contrattacco e si sono aperti alla scorribande micidiali di Krasic. Giusto il rigore del raddoppio, propiziato, che strano, sempre da Krasic e la partita si è chiusa. Il 3-0 di Quagliarella sull’ennesima penetrazione del serbo l’ha definitivamente mandata in cassaforte.


Rientrate dagli spogliatoi, le due squadre hanno fatto capire di averne abbastanza. Il Lecce, che ha messo in mostra un ragazzo interessante, Ofere, ci ha provato un paio di volte con lo stesso africano e con Munari, ma la partita non poteva cambiare nemmeno con un gol-bandiera, tanto è stata netta la supremazia juventina. Il gol finale è la dimostrazione che Krasic è un campione vero (il suo altruismo è pari all’intelligenza calcistica) e che Del Piero è ancora il re del gol, avendo segnato quello che lo mette alla pari con Boniperti nella storia bianconera a 178. Un gol di ottima fattura, come lo era il tiro al volo di due minuti prima che il capitano ha rischiato senza pensarci su, con la palla a un centimetro dalla traversa. La Juve di ieri si esalta anche così e adesso guarda la classifica con un sorriso in più.