Tremonti, nuovo patto di stabilità “molto buono”

LUSSEMBURGO – ‘’Habemus novum pactum’’. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha annunciato così l’accordo a Lussemburgo tra i ministri finanziari dell’Ue sulla revisione del patto di stabilità. Nel nuovo Patto di stabilità ci sono “formule flessibili, ragionevoli e gestibili da parte del governo italiano”, ha spiegato. “E’ un testo molto buono, non ha elementi di rigidità come da voi auspicato”, ha detto polemizzando in maniera amichevole con i giornalisti e immaginando “la grande delusione della stampa italiana”. “Questo Patto ridisegnato e ridelineato ci consente di recepire insegnamenti che sono venuti dalla crisi”, riconosce il ministro, che parla del documento della task force che sarà presentato ai capi di Stato e di governo dell’Ue a fine ottobre come di “una costruzione armoniosa”.


Il nuovo Patto ci sarà tra “più o meno 5 mesi, quanti ce ne sono voluti dall’avvio della task force a oggi – ha spiegato Tremonti – Oggi è finita la fase tecnico-politica, nei prossimi giorni ci sarà la fase politica”, in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo a Bruxelles il 28 e 29 ottobre. “Dopo 11 ore di discussioni sono state sintetizzate le ragioni tecniche con le ragioni della politica”, ha sottolineato il ministro, secondo cui il testo “trova concordi ministri, Commissione e task force”. Ma potrebbe essere “oggetto di ulteriori considerazioni politiche da parte dei capi di Stato e di governo, che potranno solo migliorarlo”. Ancora, il ministro ha precisato che “nessuna richiesta italiana è stata accolta, perché quello che alla fine è stato siglato raccoglie il consenso di tutti: non c’è stata alcuna richiesta di dilazione, di estensione della valutazione del debito ai fattori rilevanti, solo una posizione italiana coerente con quanto deciso con il consenso di tutti”. “Noi ci riconosciamo nel testo”, ha insistito.


Tremonti precisa che, ‘’sulla base del testo vigente, per noi resta fondamentale la correzione del deficit”. Il ministro italiano conferma che nel testo “non c’è alcuna formula numerica”, in particolare la richiesta di ridurre di un ventesimo la differenza tra il livello raggiunto dal debito e quello stabilito dal Patto (60% del Pil) contenuta nelle proposte della Commissione. Sulla sostenibilità e sull’andamento della riduzione del debito, ha precisato il direttore generale del ministero del Tesoro, Vittorio Grilli, la valutazione avverrà sulla base di vari fattori, tra cui il debito privato.