Napolitano: “Sono preoccupato come gli studenti”

Risorse e non parole. Giorgio Napolitano torna a rivolgere un appello a favore del mondo della ricerca e della formazione. E sceglie le celebrazioni per il bicentenario della Scuola Normale Superiore di Pisa per farlo esprimendo, al contempo, la propria vicinanza a docenti e studenti condividendone “la forte preoccupazione per le difficili condizioni del sistema universitario”. “Nessuno può fingere di ignorare” queste difficoltà paralizzanti per un settore che ha un “ruolo strategico”. Solo “una miopia temporanea” può dimenticarlo, dice il capo dello Stato invitando forze politiche e sociali a riflettere e a fornire risposte “con i fatti e non a parole”.

A pochi giorni dalla mancata assegnazione delle risorse per la riforma Gelmini e dopo le proteste seguite ai tagli per i fondi per l’alta formazione, Napolitano torna a chiedere – pur “senza interferire nelle discussioni e nelle decisioni che hanno luogo nel governo e nel Parlamento” – che il rigore e la necessaria razionalizzazione dei fondi, non mettano a rischio quella che lui stesso definisce una priorità.

“Sento il dovere di riaffermare il rilievo prioritario che va attribuito, non solo a parole ma con i fatti, alla ricerca e all’alta formazione e dunque all’Università”, scandisce a Pisa Napolitano spiegando che si tratta di un investimento per il presente e per il futuro.

Un centinaio di studenti ha ricordato a Napolitano come stanno le cose. Lo hanno aspettato in piazza dei Cavalieri. Quando è sceso dalla macchina e ha salutato agitando la mano, hanno risposto con un applauso. Poi hanno scandito più volte: “Università pubblica, Università pubblica” e hanno consegnato un volantino di protesta allo staff del Quirinale. Una protesta composta a cui Napolitano, poco dopo, ha dato ascolto rispondendo dal palco del Teatro Verdi. Potete chiedere “mezzi adeguati” ma non la luna, ha detto. Dovete farvi carico anche delle difficoltà, ammettere che sono necessarie “misure di rigorosa razionalizzazione e qualificazione nell’impiego delle risorse con tutto quello che ciò comporta”.

Insomma, qualcosa bisogna tagliare. Bisogna essere “consapevoli del ruolo” della ricerca e dell’alta formazione ma avere anche “la più ampia disponibilità di partecipare al cambiamento, che è necessario. Non possono contrapporsi a questa esigenza né interessi particolari, né vecchi schemi e tabù”. E quindi, ha concluso Napolitano, la politica deve riconoscere le priorità e la valenza strategica dell’università, ma questo riconoscimento non può essere fine a se stesso, “deve riflettersi sia nell’elaborazione delle scelte di riforma, sia della scala di priorità che si adotta per gli investimenti delle risorse pubbliche”.