Tutta la Francia scende in piazza. Sarkozy: “Ma così non può durare”

La Francia è scesa in piazza ieri per la sesta volta per dire no alla riforma delle pensioni, che domani sera dovrebbe essere approvata in via definitiva dal Senato. Nel giorno dello sciopero generale erano previste 266 manifestazioni e a mezzogiorno secondo il governo erano già scese in piazza 480mila persone a Marsiglia e in altre città. Si tratta di 20mila partecipanti in meno rispetto alla stessa ora del 12 ottobre, giorno dell’ultima grande mobilitazione.

A Parigi un grande corteo. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha annunciato che il governo interverrà per far togliere il blocco alle raffinerie che sta lasciando il Paese senza carburante. Nel corso di una conferenza stampa al vertice con Angela Merkel e Dmitri Medvedev a Deauville, il titolare dell’Eliseo ha affermato di comprendere “l’inquietudine” che ha suscitato la riforma delle pensioni e che l’opposizione ha il diritto di manifestare “senza violenza”, ma ha insistito che l’attuale sistema pensionistico “non può durare”.

Sarkozy ha spiegato che al rientro a Parigi di occuperà di risolvere la questione perché “ci sono persone che vogliono lavorare e che non possono essere private del carburante”. Almeno 2500 stazioni di servizio sono infatti chiuse per mancanza di rifornimenti perché da giorni le 12 raffinerie sono bloccate. Il premier Francois Fillon ha riferito che i problemi riguardano un terzo dei dipartimenti, ma “la situazione dovrebbe tornare alla normalità entro quattro o cinque giorni”. Alla protesta si sono uniti i camionisti che con l'”operazione lumaca” hanno creato ingorghi. A Nanterre, vicino a Parigi, ci sono stati scontri fra studenti e polizia davanti a un liceo. Nella capitale una ragazza è rimasta ferita nell’esplosione di un motorino che si trovava accanto a un cassonetto dato alle fiamme.