Berlusconi: «Con questi pm lo scudo è indispensabile»

ROMA – Una legge che sospenda i processi per le più alte cariche dello Stato «é opportuna. Anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un’intervista a Bruno Vespa rilasciata la settimana scorsa e confermata l’altro ieri, sottolinea così quanto si punti ancora sul ddl costituzionale. Nonostante le perplessità espresse nei giorni scorsi dal Capo dello Stato. E anche la ‘non-belligeranza’ che sarebbe stata raggiunta tra Fli e Pdl sul nodo della reiterabilità (il Guardasigilli Alfano ribadisce che non si faranno barricate sul punto) dimostrerebbe l’intenzione della maggioranza di voler far approvare il ddl, almeno una volta, da entrambi i rami del Parlamento, entro il 14 dicembre. Nella speranza che la Corte Costituzionale rinvii la sua decisione sul legittimo impedimento.

Se la Consulta bocciasse come incostituzionale la legge, il premier resterebbe senza ‘scudo’ e potrebbe venire processato in tempi più che rapidi per il processo Mills.
– Con la reiterabilità o senza – ammette un esponente Pdl – poco importa. Quel che conta è che serva a far slittare la pronuncia della Corte Costituzionale.

Così, per evitare che l’esame del ddl si areni in commissione (dove sulla reiterabilità si sarebbero trovati 13 contro 13), il Pdl accoglie la richiesta di Fli e Udc di rendere lo scudo utilizzabile una sola volta. E dice ‘sì’ a riaprire di 48 ore il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione, fissandolo per domani alle 16. La possibilità che il Lodo non sia più reiterabile, ribadita da Alfano, viene definita dal presidente della commissione Giustizia della Camera e consigliere giuridico di Fini, Giulia Bongiorno, una notizia «estremamente positiva perché accoglie un principio sostenuto» da Fli. In questo modo, aggiunge, traspare la volontà di «venire incontro alle nostre istanze».

Durante la seduta, il presidente della commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini, legge la lettera del Capo dello Stato, ma alla fine, nonostante alcuni interventi anche in ufficio di presidenza, non permette che si apra un dibattito sulla missiva del Colle. Entro giovedì prossimo, è quasi certo che il Pdl presenterà delle proposte di modifica che recepiranno le perplessità del Colle (introducendo forse l’automatismo della sospensione dei processi senza filtro del Parlamento), mentre Fli metterà a punto un emendamento per evitare la reiterabilità: Al quale sta lavorando in queste ore la Bongiorno. L’Udc, invece, annuncia il presidente dei senatori Giampiero D’Alia, depositerà proposte per evitare che il Lodo si possa applicare al Capo dello Stato. Le votazioni dovrebbero riprendere martedì prossimo.

Tra le voci che circolano con insistenza nel centrodestra c’é anche quella secondo la quale a dicembre, in caso di non-rinvio della decisione sulla cosiddetta legge-ponte, da parte della Consulta potrebbe arrivare una sentenza meramente «interpretativa»: una pronuncia cioé che non lasci del tutto privo di scudo il premier. In questo caso, si spiega nel Pdl, si potrebbe fare a meno di ricorrere al ‘famoso’ ‘Piano B’: ad una norma ‘salva-premier’, da inserire, magari all’ultimo momento, in uno di quei provvedimenti-macedonia tipo il ‘1000 proroghe. Sulla riforma della Giustizia, intanto, Alfano incontra una delegazione Udc guidata da Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, D’Alia e Roberto Rao, per raccontare l’essenza del testo.

Ma i ‘no’ che arrivano dai centristi non sono pochi: no a separare le carriere; no a dividere il Csm; no ad una composizione di questo prevalentemente laica. No, infine, ad ampliare i poteri del Guardasigilli. E convince poco, si racconta nell’Udc, anche la risposta di Alfano alla domanda di chi sia la bozza illustrata: «La proposta è mia. Quando la scriverò sarà della maggioranza».