Argentina in shock, una crisi cardiaca stronca Kirchner

BUENOS AIRES – Ogni tanto, quando si recava in visita all’estero, Nestor Kirchner invitava i leader politici e le altre personalità che incontrava a visitare i ghiacciai del profondo sud dell’Argentina: proprio il luogo, nel Calafate, in una delle aree più belle della Patagonia, dove l’ex presidente peronista è morto ieri stroncato dai problemi cardiaci che si trascinava da tempo. Il decesso di Kirchner, che aveva 60 anni ed era marito della presidente Cristina Fernandez, ha colto di sorpresa e lasciato sotto shock l’Argentina, anche se i problemi di salute di quello che era di gran lunga l’uomo più potente del paese erano noti.


La morte di Kirchner ha scosso profondamente il paese, dove tra l’altro ieri era in corso il censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni. Proprio per questa ragione, con i locali e gli uffici pubblici chiusi, le strade di Buenos Aires apparivano deserte. La notizia della morte si è diffusa poco prima delle 10 del mattino, e poco a poco l’attenzione si è concentrata sulla ‘Casa Rosada’, dove sono apparse le prime bandiere a mezz’asta. Mentre le radio e le tv interrompevano le trasmissioni, da diverse capitali, non solo latinoamericane, giungevano messaggi: tra i primi, il presidente Chavez e il brasiliano Lula. Allo stesso tempo, diverse organizzazioni, sindacati e gruppi peronisti hanno convocato una grande manifestazione nella ‘Plaza de Mayo’, davanti alla ‘Rosada’.


Le prime reazioni a caldo e i commenti da tutti i fronti politici del paese rilevano in particolare un punto: Kirchner non ha mai smesso – anche dopo i moniti dei medici – di fare politica. Di fatto, non staccava mai e aveva quattro incarichi: capo del partito peronista (al governo con Cristina), deputato, segretario generale dell’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur) e candidato alle presidenziali in programma tra un anno. Accanto a Kirchner nelle ultime ore di vita c’è stata proprio la presidente.


Secondo le ricostruzioni dei media locali, Kirchner si è sentito male all’alba a causa di un infarto. Cristina ha quindi fatto chiamare i medici, che lo hanno portato in una clinica del Calafate, dove l’ex presidente ha subito altri due infarti, che hanno finito per stroncarlo.


Lo scorso 7 settembre, era stato sottoposto a un’angioplastica con applicazione di uno stent, e a febbraio era stato operato d’urgenza alla carotide. Il leader peronista è quindi morto nella sua Patagonia, dove era nato nel 1950 nella capitale della provincia di Santa Cruz, Rio Gallegos: la città dove aveva iniziato a fare politica, dopo essersi laureato in giurisprudenza a La Plata, vicino a Buenos Aires. Proprio qui, nei primi anni pre-dittatura, Nestor aveva conosciuto e sposato Cristina.


Dopo il golpe del 1976, erano nati due figli (Maximo e Florencia). In quell’epoca avevano messo su insieme uno studio legale a Rio Gallegos, allontanandosi così dalla Buenos Aires del periodo più buio dei ‘desaparecidos’. Prima di essere eletto capo dello Stato nel 2003, Kirchner è stato sindaco di Rio Gallegos, quindi governatore di Santa Cruz. Poi, nel maggio del 2003 l’ingresso alla ‘Casa Rosada’, momento che segnò per lui l’apertura di un nuovo ciclo, durato ben sette anni, di potere. Sempre al centro dello scacchiere politico nazionale.

IL POLITICO


H2>Per 7 anni l’uomo chiave del Paese

BUENOS AIRES – Nestor Kirchner, peronista progressista, per sette anni ha inciso da protagonista nella vita politica dell’Argentina, prima come capo di Stato, poi come marito della presidente Cristina Fernandez, che nel 2007 gli é succeduta alla Casa Rosada.


Kirchner, che aveva 60 anni, era nato nel 1950 a Rio Gallegos, e si era laureato in legge nella città di La Plata, dove aveva conosciuto la moglie. Finita la dittatura militare nel 1983, era stato tra il 1987 e il 1991 sindaco di Rio Gallegos, quindi governatore della provincia di Santa Cruz. Nel maggio del 2003 era diventato presidente, incarico che mantenne fino al 2007, quando alla Casa Rosada andò sua moglie, Cristina Fernandez.


Al centro del suo modello politico ed economico, così come di quello della Fernandez, c’era stato il tentativo di modificare e sradicare gli effetti del neoliberismo e di promuovere una strenua difesa dei diritti umani. Qualche tempo fa aveva ripreso nelle proprie mani le redini del Partito Giustizialista (peronista), con il sostegno di tanti sostenitori e l’opposizione dei suoi numerosi ‘nemici’, che lo tacciavano di autoritarismo e il cui obiettivo era quello di sbarrargli la strada che porta alla ‘Casa Rosada’.


Ormai da tempo Kirchner non nascondeva di voler tornare alla presidenza. Era infatti in testa nei sondaggi, con un 34/36% dei consensi. Il leader peronista, affermano sostenitori e avversari, è morto proprio per lo stress provocato dalla sua grande passione per la politica. E per il potere, aggiunge qualche analista, sottolineando che Kirchner non ha mai frenato la propria attività, nonostante due chiari ‘avvertimenti’ cardiaci: una operazione alla carotide in febbraio ed un’angioplastica in settembre.