Terzigno: «Pronti a bloccare i camion»

GIUGLIANO – Non si allenta la tensione a Taverna del re, alla periferia di Giugliano, e a Terzigno, in provincia di Napoli. Il popolo dei manifestanti anche ieri è sceso in piazza. I rifiuti fanno paura ma soprattutto i cittadini non si sentono tranquillizzati dalle rassicurazioni che entro pochi giorni la situazione possa tornare alla normalità.


A Giugliano, davanti al sito di Taverna del Re, è stata un’altra giornata ad alta tensione. Ci sono stati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con due feriti, uno tra chi protestava e l’altro tra i carabinieri che erano impegnati in un servizio di scorta ai mezzi in uscita dal sito dopo aver scaricato i rifiuti “tal quale’’, ovvero così come prelevati dai cassonetti senza essere trattati. Anche due autisti di altrettanti automezzi dell’Asia, l’azienda speciale di igiene urbana del Comune di Napoli, sono stati aggrediti non lontano dal luogo della protesta.


In serata, sempre ieri, un gruppo di manifestanti, composto soprattutto da alcuni giovanissimi, definiti “volti nuovi’’ della protesta e sconosciuti anche a quanti in questi giorni hanno tentato di bloccare l’arrivo degli automezzi, ha bloccato il traffico lungo la circonvallazione esterna di Napoli. Il blocco è stato rimosso quando sul posto sono arrivati alcuni reparti di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, guidati dal vicequestore Sergio Di Mauro.


Oggi oltre al consueto presidio davanti ai cancelli del sito, è prevista anche una manifestazione di protesta nel centro cittadino. Il sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, fuori Italia per motivi familiari, ha lanciato un appello affinchè non “si ceda alla violenza’’. Sono ore di attesa, invece, per l’altro fronte caldo della protesta, Terzigno. Gruppi di manifestanti hanno sostato per tutta la notte davanti ai falò accesi vicino ai gazebo in attesa dell’eventuale arrivo degli autocompattatori che devono portare rifiuti nello sversatoio. Nonostante l’accordo raggiunto in Prefettura tra il premier Berlusconi e i sindaci vesuviani, una parte dei manifestanti che si riconosce nei comitati di lotta ritiene inaccettabile la riapertura della Sari, da mesi causa di forti disagi per le popolazioni a causa dei miasmi e che sarebbe, secondo gli stessi comitati, fonte di inquinamento.