Dollaro debole, cala lo yuan ma risalgono oro e argento

ROMA – Il dollaro resta sotto pressione sui mercati valutari internazionali in attesa delle elezioni di mid-term e scontando il sempre più probabile intervento della Federal Reserve sui Titoli di Stato per ridare slancio all’economia a stelle e strisce. Lo yuan intanto continua a calare contro il biglietto verde, nonostante gli impegni presi all’ultimo G20 e contemporaneamente riprendono a salire i prezzi dei metalli, con l’oro che supera di nuovo i 1.360 dollari l’oncia e l’argento che schizza ai massimi da 30 anni a questa parte a 25,055 dollari l’oncia.


‘’Il fatto che la Fed si appresti a varare un nuovo programma di allentamento monetario pesa enormemente sulle quotazioni del dollaro sui mercati’’, spiegano gli analisti, stimando che col nuovo giro di quantitative easing, l’Istituto centrale Usa, che si riunirà oggi e domani, dovrebbe comprare tra gli 80 e i 100 miliardi di titoli al mese. Nei confronti della valuta del Sol Levante, la divisa statunitense è scesa nel corso della seduta fino a 80,22 yen, la quotazione più bassa da 15 anni a questa parte, prima di risalire a 80,77 grazie all’andamento migliore del previsto del comparto manifatturiero Usa. L’indice Ism a ottobre è infatti salito a sorpresa a 56,9 punti da 54,4 di settembre. E sulla scia degli stessi dati il dollaro ha recuperato terreno contro la moneta unica salendo a 1,3880 per euro sul finire degli scambi in Europa, dopo aver toccato sempre nel corso della seduta 1,4011, il livello più basso dal 25 ottobre scorso.


L’euro aveva chiuso gli scambi venerdì scorso a New York a 1,3947 dollari. Nei confronti della sterlina, il biglietto verde ha invece sfiorato i minimi da nove mesi a questa parte. La valuta britannica si è apprezzata fino a 1,6090 dollari, poco sotto 1,6107 toccati il 15 ottobre scorso, la quotazione più alta dal 29 gennaio. A spingere la valuta inglese sono le speculazioni secondo cui la Banca d’Inghilterra non seguirà le orme della Fed e, alla luce dei buoni dati su Pil e attività manifatturiera, deciderà di non lanciare questa settimana un nuovo programma di allentamento quantitativo per sostenere l’economia d’Oltremanica.


Per quanto riguarda il cross dollaro-yuan, la valuta cinese è scivolata a 6,6906 yuan per dollaro, la flessione più pesante da dicembre 2008. E il mercato è sempre più convinto ormai che la svalutazione sia guidata da Pechino per sostenere le esportazioni cinesi.